Aliplast acquista uno spazio sul Sole 24 Ore per denunciare le difficoltà di lavorare in Italia.
18 novembre 2013 07:34
“Caro cittadino, è bene che tu sappia”: inizia così la lettera aperta pubblicata oggi sul Sole 24 Ore da Roberto Alibardi, fondatore e presidente di Aliplast, una delle principali realtà italiane nel riciclo di materie plastiche. “La mia azienda ricicla in Italia più del 10% di tutta la plastica riciclata nel nostro paese - spiega Alibardi nella lettera -. Ciò permette di far risparmiare ogni anno 120.000 tonnellate di emissioni di CO2”.
Il fondatore di Aliplast si rivolge all’opinione pubblica, sperando forse di farsi sentire anche dal Palazzo, per esprimere il disagio del comparto del riciclo. Sono tre i punti indicati dall’azienda veneta, tra i fondatori del Consorzio P.A.R.I., prima realtà autonoma nel recupero di imballaggi.
La prima criticità riguarda il costo energetico “praticamente doppio rispetto ai competitor esteri”. Alibardi lamenta che le misure varate di recente da Governo per agevolare le aziende energivore abbiano completamente dimenticato il settore del riciclo di materie plastiche.
Un secondo aspetto è legato al Consorzio PARI, in perenne conflitto con il sistema Conai, anche per lo stratificarsi di nome di difficile interpretazione che hanno portato a ingaggiare una lunga e complessa vertenza legale. “Il nostro paese continua a preferire e supportare sistemi monopolistici per la gestione dei rifiuti d’imballaggio - si legge nella lettera aperta -. Che, tra l’altro, chiedono un sacco di denaro ai cittadini senza dimostrare di raggiungere i minimi risultati richiesti dalla legge, annichilendo iniziative quale la mia. Nei paesi evoluti, invece, viene incentivata e sostenuta l’apertura del mercato a molteplici operatori messi tra loro in concorrenza con regole paritarie”.
Il terzo punto sollevato da Alibardi riguarda, più in generale, le politiche di gestione dei rifiuti. Mentre la Commissione Europea discute di incrementare gli obiettivi di riciclo, “in Italia stiamo ancora chiedendoci come fare a costruire nuovi termovalorizzatori e aumentare la raccolta differenziata di rifiuti plastici, senza tener conto del loro effettivo recupero, anzi togliendo l’opportunità a pochi volenterosi di fare imprese nel nostro paese, cioè di creare occupazione e realtà innovative, e sempre a spese del cittadino!”.
Alibardi conclude la sua lettera aperta (ma uscirà presto una seconda parte) chiedendo che le cose cambino, “ma concretamente e velocemente, per non essere costretto a trasferire la mia attività all’estero”.
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