19 aprile 2024 08:43
Braskem si aggiunge all'elenco dei gruppi petrolchimici intenzionati ad elettrificare i forni da cracking e, a questo scopo, ha siglato un accordo di partnership con la texana Lummus Technology, che metterà a disposizione la tecnologia SRT-e. Lo studio congiunto valuterà l'implementazione del riscaldamento elettrico in uno dei siti del gruppo sudamericano, propedeutico a un accordo per la realizzazione dell'impianto a fini di decarbonizzazione.
Il riscaldatore elettrico per cracking SRT-e si basa sulla tecnologia Short Residence Time (SRT) di Lummus, modificata per utilizzare l'elettricità: sfrutta componenti già utilizzati su scala industriale, ottimizzati sotto il profilo termico e incorpora un design modulare unit-cell replicabile per raggiungere qualsiasi capacità produttiva.
L'iniziativa rientra nell'impegno di Braskem contro il cambiamento climatico, che prevede la riduzione delle emissioni di gas serra del 15% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità del carbonio entro il 2050. “Un crescente uso di elettricità da fonti rinnovabili e di materie prime biobased consentirà a Braskem di ridurre la propria impronta di carbonio nella produzione di etilene, propilene e altri prodotti chimici”, sostiene Antonio Queiroz, responsabile Innovation, Technology and Sustainable Development di Braskem.
Nei giorni scorsi, in Germania, è stato avviato il primo steam cracking dimostrativo, con riscaldamento elettrico da fonti rinnovabili, progetto congiunto di BASF, Sabic e Linde (leggi articolo). In altri progetti, a vari stadi di sviluppo, sono impegnate anche LyondellBasell, Chevron Phillips Chemical, Shell, Dow, Versalis e Repsol.
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