1 dicembre 2022 00:43
Ormai da tempo, quando si parla di sostenibilità non si può fare a meno di parlare del recupero della plastica. Ogni anno, centinaia di milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte in tutto il mondo e trasformate in oggetti che spesso non vengono correttamente smaltiti, trasformandosi così in una grave minaccia per l’ambiente.
Per le sue proprietà, la plastica è però ancora un materiale difficile da sostituire, specialmente in campi come il medicale, l’automotive, il food e tanti altri , dove oltre alla versatilità si richiedono anche il rispetto delle normative europee e caratteristiche quali leggerezza e semplicità realizzativa.
“Oggi non possiamo pensare di continuare a produrre plastica da zero senza tenere conto delle conseguenze” – puntualizza Stefano Lorandi, CEO di Lorandi Silos, storica azienda bresciana specializzata in tecnologia per materiali sfusi, con divisioni anche in Spagna, Germania, India e Stati Uniti.
“Riutilizzo, recupero e riciclaggio delle materie plastiche sono pratiche indispensabili – aggiunge il manager – e una precisa responsabilità dell’industria nei confronti della comunità e del pianeta. Senza contare che la rigenerazione della plastica può rappresentare un grande beneficio anche economico per le aziende”.
Ma la soluzione non è semplice come potrebbe sembrare a prima vista. Le criticità legate alla lavorazione del materiale di recupero e al reinserimento della plastica riciclata nella filiera produttiva sono infatti numerose, soprattutto quelle legate a stoccaggio, trasporto e dosaggio.
“Uno dei problemi più comuni – spiega Lorandi – è la disomogeneità del peso della plastica in ingresso. Oggi si richiede di lavorare materiali sempre più leggeri e in elevate quantità e la maggior parte degli impianti anche solo di cinque anni fa non sono più adatti, quindi le prestazioni si riducono.
Inoltre, molti rigenerati sono particolarmente abrasivi, come il PET o il polistirene, oppure portano nell’impianto colle, prodotti chimici e altre impurità. Il risultato è un’accelerazione dell’usura dei macchinari e dei sistemi di trasporto. A tutto questo poi si aggiungono inefficienze a livello dello scarico dei silos e altre inadeguatezze strutturali”.
Sembra essere quindi il rinnovamento tecnologico degli impianti uno dei fattori chiave per migliorare le performance delle aziende che si occupano di riciclaggio della plastica. Perché sia davvero utile, è però necessario che la nuova tecnologia sia in grado di portare vantaggi immediati e duraturi.
“Servendo tutta la filiera della plastica – continua il CEO del gruppo bresciano – ci capita di confrontarci con le esigenze di tantissimi produttori di plastica rigenerata in tutto il mondo. Questo ci ha aiutato a capire che la soluzione migliore è sempre quella progettata in base alle esigenze di ognuno. I sistemi standard possono essere anche molto efficienti se consideriamo la singola produzione, ma hanno il grosso difetto di non essere adattabili a un cambio dimensionale del materiale, oltre a non integrarsi sempre alla perfezione con gli altri macchinari. La nostra linea Lorandi dedicata alla rigenerazione comprende silos, dosatori, separatori, miscelatori, tubi e sistemi di trasporto per i vari step del processo di recupero degli scarti plastici (macinazione, lavaggio, rigranulazione). Il vero valore aggiunto però – conclude Lorandi – è la possibilità di customizzare ogni singolo elemento, realizzando così una linea completa, versatile, ottimizzata e altamente performante”.
Con il contributo di:
Lorandi Srl
Via Verziano, 43
25131 Brescia
www.lorandisilos.it
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