3 marzo 2015 07:08
La domanda italiana di materie termoplastiche l’anno scorso si è stabilizzata su 5,3 milioni di tonnellate, con solo una lieve flessione (-1%) rispetto all’anno precedente, ma con un gap ancora profondo da colmare rispetto ai livelli pre-crisi, quando la domanda viaggiava intorno ai 7,1 milioni di tonnellate (2007).
A fotografare il mercato italiano delle materie plastiche è, come di consueto, lo studio multiclient Plastic trend Synthesis elaborato dalla società di consulenza milanese Plastic Consult, che analizza gli andamenti dell’offerta e della domanda dei principali polimeri termoplastici.
Se la caduta dei consumi sembra essersi arrestata, per un recupero dei volumi persi nei sette anni anni di crisi ci vorrà tempo. “Le prospettive a breve termine non sembrano particolarmente favorevoli - nota Paolo Arcelli di Plastic Consult -. L'economia italiana stenta a riprendersi, l’attività edilizia è ancora caratterizzata da una sostanziale stagnazione e anche da produzione industriale e consumi finali non arrivano segnali incoraggianti. Persiste inoltre una diffusa crisi di liquidità che mette in difficoltà molte aziende e porta a numerose cessazioni di attività e richieste di concordato”.
“Lo scenario macroeconomico è senza dubbio orientato alla ripresa - aggiunge Arcelli -, ma prima che questi effetti si facciano sentire sull’economia reali ci vorrà tempo; a fine marzo potremo fare un primo bilancio del trimestre per l’industria delle materie plastiche”.
Tornando all’anno appena trascorso, sul fronte dei consumi la maggior parte dei polimeri ha registrato un leggero calo rispetto al 2013, con alcuni distinguo: le poliolefine, che rappresentano il 60% del totale, hanno ceduto poco più di un punto percentuale, le stireniche e il PET quasi due punti, ma alcuni polimeri si sono mossi in controtendenza. La migliore performance è stata messa a segno dall’ABS, in crescita di oltre il 5% rispetto al 2013 e anche il PVC è tornato a crescere (+0,8%) dopo sei anni di costante declino, grazie al traino delle esportazioni di compound plastificato.
Cambia poco la ripartizione delle quote di mercato per le principali applicazioni: l’imballaggio continua ad assorbire quasi la metà dei consumi di resine termoplastiche, seguito dall’edilizia con poco più del 10%; a distanza mobile/arredo, trasporti, elettrodomestici e agricoltura, ognuno con una quota compresa tra il 2% ed il 3%.
Per informazioni sullo studio: Plastic Consult
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