10 giugno 2019 17:30
Il tema ambientale, senza alcun dubbio di grande attualità ed impatto per l’industria del settore, è stato solo sfiorato dall’
Assemblea annuale di
Federazione Gomma Plastica, che ha preferito - a nostro avviso giustamente - guardare avanti e non indietro, puntando sull’innovazione e sul cambio di paradigma che questa industria - e non solo questa - deve affrontare per avere un futuro e dare un futuro al paese.
Un approccio delineato fin dal titolo - “
Innovation mindset” - e dalla presenza, tra i relatori della parte pubblica, di
Massimo Temporelli, scrittore che si occupa di diffusione della cultura scientifica, tecnologica e dell’innovazione. Tema toccato - sotto l’aspetto più economico e industriale - anche da
Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria e da
Filippo Bettini, Head of Sustainability and Risk Governance di Pirelli, intervenuti al termine della relazione tenuta in apertura dal presidente della Federazione Gomma Plastica, Giorgio Quagliuolo.
INNOVATION MINDSET. Il perché del titolo lo ha spiegato
Giorgio Quagliuolo all’apertura dei lavori: “Questo termine racchiude una serie di propensioni, spesso non riconosciute, dell’industria italiana. Propensioni determinate dalla
vocazione manifatturiera del nostro paese che non disponendo, o disponendo di poche materie prime, ha sviluppato una vocazione non usuale alla loro conoscenza, alle loro caratteristiche merceologiche, alle loro possibilità tecnologiche; in breve, alle loro capacità di trasformazione”.
Secondo il Presidente di FGP, l’innovazione e la propensione all’innovazione possono essere un antidoto ai diffusi timori di una crisi economica, sociale e ambientale. Innovazione che deve essere pervasiva: "Si innova nei laboratori universitari e nelle fabbriche così come si innova, o si dovrebbe innovare, nella politica, intesa come esercizio di tecnica di governo, e nell’amministrazione pubblica, intesa come gestione delle risorse finanziarie, umane o strumentali di un paese -, ha dichiarato -. Si innova nelle aule scolastiche preparando le nuove generazioni e risalendo la classifica che vede il nostro paese in posizioni non proprio brillanti nell’istruzione secondaria”.
MANCA LA FORMAZIONE TECNICA. Qui si innesta un tema caro all’associazione dei trasformatori, ovvero la carenza di istituti tecnici e professionali, che ha privato il comparto di una categoria di lavoratori indispensabile, gli ex periti industriali "che negli anni cinquanta e sessanta hanno fatto grandi le nostre fabbriche: quelli meccanici, tessili, chimici che nei reparti hanno dato forma alla nostra propensione a fabbricare”. Pochi gli istituti tecnici, pochissimi quelli con orientamento alla gomma plastica. "A meno di un salto di qualità che attendiamo da un paio di decenni, difficilmente potremo far fronte alle sfide che ci attendono dato che non solo i paesi emergenti ma quelli nostri direttamente concorrenti in Europa, Francia e Germania in primis, stanno dedicando all’istruzione professionale attenzioni e risorse importanti".
INNOVAZIONE NELLA POLITICA. Un cambiamento di paradigma deve partire dall’impianto normativo. Secondo Quagliuolo, le leggi hanno un importante ruolo di innesco e di accompagnamento dell’innovazione, anche se raramente, nel nostro paese, hanno effetti anticipatori: "sono troppo complicate e arrivano per lo più in ritardo con la presunzione di avere effetti benefici a disastri avvenuti”, ha spiegato. "Le leggi non possono occuparsi solo della decrescita felice, dei divieti e della repressione dei reati. Nel nostro settore hanno avuto spesso effetti depressivi sulla crescita e sull’occupazione”. Peggio stanno facendo le ordinanze “plastic free”, spesso alibi per una cattiva gestione dei rifiuti e delle città da parte degli amministratori locali, non di rado alibi anche per il cittadino che abbandonando i rifiuti nell’ambiente è complice dell’inquinamento dei corsi d’acqua e dei mari.
NON PIÚ SOLO TERZISTI. L’industria, dal canto suo, "se non vuole rassegnarsi ad un processo di crescente emarginazione, deve abbandonare il ruolo di terzista o subfornitore"; nella direzione dell’innovazione si deve muovere un’industria responsabile, che non si può sottrarre il confronto con il mercato e la concorrenza, transizione che richiede rinnovati sforzi in termini di progettazione.
"Dobbiamo aiutare il comparto a sviluppare
nuovi prodotti e
nuove soluzioni applicative sempre meno impattanti sull’ambiente, volte a favorire la riciclabilità dei prodotti a fine vita e ad aumentare l’impiego di materiali da riciclo - ha dichiarato il Presidente di FGP -. Lo possiamo fare con Accordi-quadro con Istituti di design e Università per lo sviluppo di progetti e la formazione delle nuove generazioni e contribuendo a progetti di start up e accordi con incubatori d’impresa. Dobbiamo investire nella formazione dei nostri dipendenti per sviluppare una sempre maggiore consapevolezza rispetto alle tematiche ambientali e alle possibilità di affrontarle e risolverle anche grazie all’innovazione tecnologica”.
Quagliuolo si rende conto che non è facile intraprendere i processi di industrializzazione più sostenibili, soprattutto in momenti di crisi come questo, ma - affermato - "se sapremo misurarne, con coraggio e lealtà, l’efficacia in termini sia economici che ambientali potremo pretendere, e non più solo sperare, in processi legislativi innovativi e responsabili".
CAVALCARE E NON SUBIRE l’INNOVAZIONE. Alla relazione del Presidente è seguito un intervento di
Filippo Bettini di Pirelli, che ha declinato il tema dell’innovazione sul piano industriale, dalla formazione tecnica ai recenti interventi per promuovere la
digitalizzazione dei processi produttivi (Industria 4.0), al quale va inevitabilmente coniugato il tema della sostenibilità ambientale e sociale. Secondo Bettini questi
nuovi scenari li si può subire o cavalcare, ma gli imprenditori devono cercare di anticiparli per prevenirne gli effetti negativi. “Innovation mindset” che deve quindi interessare tutto il ciclo di vita del prodotto, condividendo la responsabilità del fine vita tra produttori e consumatori. Senza dimenticare però che chi innova viene premiato, ma il processo richiede tempo, impegno e risorse economiche.
L’intervento di Massimo Temporelli, difficile da sintetizzare, si muoveva tra filosofia e scienza, partendo dall’assunto che la plastica, come tutta la tecnologia è “naturale” per l’essere umano e non va considerata come un elemento eseogeno: biologia e tecnologia sono un binomio inscindibile, dove la cultura fa da legante. La moderna crociata contro la plastica, secondo Temporelli, è fatta molto di pancia e poco di testa, presentando molte analogie con il rifiuto dell’energia nucleare, deciso attraverso un referendum dagli esiti scontati in quanto promosso subito dopo il disastro di Chernobyl. Secondo Temporelli, infine, l’emergenza ambientale può essere affrontata nell’unico modo che l’uomo sa fare, ovvero attraverso la tecnologia e l’innovazione, perché - ha concluso - "la tecnologia è umanizzante e può rendere sostenibile il nostro futuro".
UNA STRADA OBBLIGATA. Più politico, come prevedibile, l’intervento del Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha chiuso l’assemblea ricordando come l'innovazione sia una strada obbligata per un paese, come il nostro, che non dispone di materie prime né di risorse energetiche. Concordando con Quagliuolo sull’inadeguatezza della formazione tecnico-professionale nel nostro paese, il Presidente di Confindustria ha esortato il Governo a non trascurare la scuola perché è necessario far ripartire ‘l’ascensore sociale" e fornire competenze per le nuove sfide industriali, a cominciare da Industria 4.0. Per quanto concerne la profusione normativa e le ultime ordinanze ambientali, Boccia ha ribadito la contrarietà del mondo industriale a "leggi che disegnano un paese ideale senza considerare l’economia reale” e ad una politica dipendente dai sondaggi priva di una visione di più ampio respiro.
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