12 aprile 2021 12:33
Il ritardo nell'iter autorizzativo delle tecnologie per il riciclo di PET destinato al contatto con alimenti rischia di compromettere gli obiettivi del Green Deal UE e del piano d'azione per l'economia circolare: la denuncia arriva da quattro associazioni di settore coinvolte nell'attività - Petcore Europe, PRE, Natural Mineral Waters Europe e Unesda - che hanno inviato una lettera alla Commissione europea al fine di accelerare la concessione delle autorizzazioni.
Il via libera all'impiego di tecnologie di riciclo è infatti compito della Commissione, sentito il parere scientifico dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) sulla base dei cosiddetti "challenge test", con i quali si determina la purezza e la sicurezza dei materiali rigenerati ottenuti dai processi ai fini di un riutilizzo a contatto con alimenti, per esempio da bottiglia a bottiglia, in conformità con il Regolamento della Commissione CE 282/2008.
Secondo i firmatari, attualmente ci sono tre processi in attesa di parere dell'EFSA solo in Francia e molti altri nel resto d'Europa. "Dal 1993, la filiera del PET ha compiuto progressi rilevanti nella chiusura del ciclo degli imballaggi e continua a promuovere il riciclo non solo per soddisfare, ma anche per superare, il mandato della Commissione di raggiungere il 25% di contenuto riciclato in tutti i contenitori per bevande entro il 2025 - sostengono i firmatari dell'appello -. Molti dei nostri associati hanno recentemente annunciato la loro intenzione di andare oltre questi obiettivi e utilizzare quantità molto più elevate di riciclato nei loro contenitori per bevande. Purtroppo, l'inazione normativa sta minacciando la filiera e la capacità di chiudere veramente il cerchio per una transizione all'economia circolare".
"Le autorizzazioni sono in sospeso da anni - denunciano le quattro associazioni -. La loro pubblicazione, insieme con il nuovo regolamento, era prevista nei primi mesi del 2020. All'inizio di quest'anno, la Commissione ha comunicato che il rilascio sarebbe avvenuto alla fine di febbraio. Tuttavia, non abbiamo ricevuto ad oggi alcun aggiornamento".
"A causa di questa inattività a livello UE - continua la lettera -, i pareri dell'EFSA sono ormai diventati uno standard per la maggior parte degli Stati membri; il che ha portato le autorità nazionali per la sicurezza alimentare a non fornire più valutazioni di sicurezza per gli imballaggi a contatto con gli alimenti". In alcuni paesi - sottolineano i firmatari - la legislazione vigente richiede persino un parere positivo dell'EFSA e lo stesso parere viene richiesto come parte della documentazione che i produttori dei contenitori devono fornire per dimostrare la conformità alle disposizioni generali di sicurezza del regolamento quadro dell'UE (CE) n. 1935/2004.
Petcore Europe, PRE, Natural Mineral Waters Europe e Unesda invitano quindi Bruxelles a pubblicare le autorizzazioni dei processi che sono stati valutati positivamente dall'EFSA. Anche perché, la situazione attuale ha un impatto negativo sull'armonizzazione dei mercati e genera incertezza e costi inutili per la filiera della produzione e utilizzo di materie plastiche riciclate, al punto tale che l'industria del PET rischia di non essere in condizione di raggiungere i target fissati per il 2025 dalla Direttiva 2019/904.
Uno scenario che diventerà ancora più sfidante quando la Commissione, come affermato nel piano d'azione per l'economia circolare, introdurrà obiettivi obbligatori in materia di contenuto riciclato nei prodotti in plastica. I ritardi nell'iter autorizzativo stanno inoltre rallentando gli investimenti per installare nuove capacità di riciclo in Europa.
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