Nel corso dell'Assemblea straordinaria del
Consorzio Carpi (Consorzio Autonomo Riciclo Plastica Italia) è stato approvato il
nuovo statuto, che apre le porte ad nuova categoria di soci: le imprese che forniscono
prodotti o
servizi ai consorziati.
Fino ad oggi potevano far parte di Carpi le imprese della raccolta e stoccaggio di rifiuti in plastica, quelle che si occupano di riciclo e recupero, nonché le aziende che effettuano l’importazione, la trasformazione e la produzione di imballaggi e manufatti in materiale plastico o compound termoplastici.
Durante l'assemblea ordinaria è stata presentata la partnership con l’
Università degli Studi Cà Foscari di Venezia e, in particolare, con il Master in Diritto per l’ambiente e il territorio. É stato inoltre illustrato un progetto per la creazione di
modelli econometrici a supporto delle aziende, per poter elaborare previsioni e studi di settore sempre più precisi e approfonditi.
"Un'intera filiera – ha commentato il Presidente
Luciano Pazzoni a margine dell’Assemblea – lavora negli interessi del Paese e del settore del riciclo. Eccellenze tutte italiane che praticano l’economia circolare dal 1970 e che meritano quindi il giusto riconoscimento: economico, istituzionale e ambientale. Per fare un esempio, nel
2020 le aziende del Consorzio Carpi hanno contribuito ad avviare a recupero e riciclo circa
315.000 tonnellate di rifiuti, con un incremento di circa il
+9% rispetto al 2019, nonostante l’emergenza sanitaria in atto”.
Il Consorzio Autonomo Riciclo plastica Italia nasce nel
2007 come consorzio privato di aziende che si occupano di raccolta, riciclo e trasformazione dei rifiuti in plastica (in particolare polietilene e polipropilene) provenienti da superficie privata.
© Polimerica - Riproduzione riservata