25 novembre 2022 08:40
Il Gruppo Tubi e Raccordi di PVC Forum Italia ha pubblicato un quaderno tecnico intitolato "Carenze infrastrutturali delle rete idrica" dove si fa il punto sulla situazione infrastrutturale nazionale, che non ne esce bene, pur con rilevanti differenze tra Nord e Sud del paese.
La rete idrica e fognaria italiana - spiega il Gruppo in una nota - si trova in uno stato preoccupante a causa dell'obsolescenze degli impianti, di una manutenzione non adeguata e di scarsi investimenti infrastrutturali.
Il 60% delle infrastrutture a livello territoriale e il 70% nei centri urbani è stato posato oltre 30 anni fa e il 25% (40% nei centri urbani) ha più di 50 anni. Di converso, negli ultimi anni gli operatori del settore hanno investito 44 euro per abitante: meglio che in passato, ma non ancora paragonabile agli 80 euro per abitante investiti mediamente in Europa.
A causa delle carenze infrastrutturale,si stima che nel 2020 siano andati persi 41 metri cubi d'acqua per chilometro quadrato di rete, oltre il 36% dell'acqua immessa nella rete idrica, con forti impatti a livello ambientale ed economico. Dato per altro confermato da uno studio effettuato da Althesys su commissione del PVC Forum Italia, che ha considerato anche i tassi di perdita nel Regno Unito (18%) e in Germania (7%).
Un altro dato interessante dello studio riguarda il PSI (Present State Index), che valuta la densità della rete idrica in relazione al territorio. A livello nazionale, è pari a circa 1,7 Km per Km quadrato per gli acquedotti e di circa 1 Km per chilometro quadrato nel caso delle fognature, sempre con un disequilibrio tra Nord e Sud.
Per quanto concerne i materiali - rileva il documento - circa il 60% della rete idrica è in ghisa o acciaio e solo il 20% in materiale plastico. La presenza ancora significativa di cemento amianto, che per disposizione di legge andrebbe sostituito, lascia un buon margina di crescita a valide ed efficienti alternative come il PVC.
Per quanto riguarda le reti fognarie, i materiali maggiormente utilizzati sono i cementi (74%) che comprendono anche gres e cemento amianto, mentre le materie plastiche rappresentano circa il 14% dell'installato.
Qualche speranza arriva dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che nel capitolo "Garanzia della sicurezza dell'approvvigionamento e gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche lungo l'intero ciclo" prevede uno stanziamento di 4,4 miliardi di euro, di cui 600 milioni sono destinati alla depurazione delle acque reflue e 900 milioni per la riparazione, digitalizzazione e monitoraggio integrato per ridurre le perdite. La parte principale, pari a 2 miliardi di euro, è destinata a nuove infrastrutture idriche primarie e 900 milioni al potenziamento e ammodernamento del sistema. Investimenti che - secondo il Gruppo Tubi e Raccordi di PVC Forum Italia - potrebbero essere non ancora sufficienti a colmare il gap infrastrutturale esistente.
Vedi anche: "Carenze infrastrutturali delle rete idrica" (PDF)
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