18 novembre 2024 08:55
Si allarga la forbice tra le plastiche prodotte a livello mondiale - in crescita - e quelle a livello europeo, in costante flessione: le prime sono passate l'anno scorso da 400 a 413 milioni di tonnellate (+3,4%), mentre le seconde sono scese da quasi 59 milioni a 54 milioni di tonnellate (di cui 42,9 vergini), con una flessione del -8,3% in un anno.
Non solo: per la prima volta è diminuita anche la quantità di plastica riciclata da post-consumo a livello europeo, passata da 7,7 a 7,1 milioni di tonnellate (-7,8%).
Il riciclo chimico è ancora marginale (120.000 t) e le bioplastiche crescono, ma lentamente, da 700 a 800.000 tonnellate tra il 2022 e il 2023.
I dati sono contenuti nell'ultima edizione di Plastics – the fast Facts 2024 (scaricabile QUI), la nota sintetica sull'andamento del settore pubblicata ogni anno dall'associazione dei produttori europei di materie plastiche, PlasticsEurope.
Le esportazioni di plastiche sono diminuite del -25,4% tra il 2020 e il 2023 e così, pur mantenendo ancora un saldo commerciale positivo in termini di valore, il nostro continente è diventato un importatore netto di plastiche e di prodotti finiti in plastica.
PlasticsEurope evidenzia la crescente perdita di competitività dell'Europa in un settore che occupa oltre 1,5 milioni di posti di lavoro in 51.700 aziende e che, l'anno scorso, ha generato oltre 365 miliardi di euro di fatturato.
Non mancano riflessi a livello ambientale, come sottolinea Marco ten Bruggencate (nella foto), Presidente di Plastics Europe: “La transizione dell'UE verso un sistema circolare è in grave pericolo a causa delle importazioni di plastiche che non sempre rispettano i nostri standard. La dura realtà è che assistiamo già alla chiusura di impianti produttivi nell'UE, con la conseguente delocalizzazione dell'industria, dei posti di lavoro e degli investimenti sostenibili".
Secondo il presidente dei produttori europei di plastiche: "La transizione verso la circolarità avrà successo solo se i decisori politici implementeranno urgentemente le condizioni necessarie per recuperare competitività e offrire una prospettiva a lungo termine per gli investimenti nella circolarità. La finestra di opportunità è stretta e il momento per agire con decisione è adesso.”
L'associazione chiede interventi concreti e bisogna fare presto: “Servono misure urgenti che rendano più attraenti gli investimenti nella plastica circolare, riducano la burocrazia, ad esempio abbreviando i tempi per le autorizzazioni, e garantiscano condizioni paritarie con i nostri concorrenti internazionali - suggerisce Virginia Janssens, Managing Director di Plastics Europe -. Nonostante le sfide, restiamo pienamente impegnati nel perseguire gli obiettivi di circolarità e neutralità climatica del nostro piano ‘Plastics Transition’. Ora abbiamo bisogno che l'UE e i responsabili politici degli Stati membri inviino un messaggio chiaro e immediato agli investitori e al mercato sul loro sostegno alla produzione di materie plastiche in Europa e alla transizione in corso.”
Oltre alla crescente concorrenza extraUE dovuta ad eccesso di offerta, i produttori europei devono fare i conti con oneri di produzione più alti a causa dei costi energetici e delle materie prime, inflazione strisciante e disponibilità limitata di feedstock circolari, in un contesto di crescita europea stagnante, che in alcuni settori chiave rasenta la recessione.
PlasticsEurope chiede quindi: "obiettivi obbligatori ambiziosi per il contenuto di plastica riciclata, l'accettazione tempestiva di metodologie innovative come il riciclo chimico, procedure di autorizzazione semplificate per installazioni industriali a basso impatto carbonico e schemi di certificazione per garantire che le importazioni rispettino gli standard UE. È inoltre necessario valutare ulteriori misure fiscali ed economiche per rendere urgentemente competitivo il riciclo delle plastiche in Europa".
Scorrendo Plastics – the fast Facts 2024, l'Italia si colloca al sesto posto in Europa nella produzione di plastiche vergini, con il 4,4% del totale, ma sale al secondo posto, dopo la Germania, nel riciclo post-consumo con il 15%; stessa posizione nella produzione di bioplastiche, con il 34,2%, anche in questo caso alle spalle dei tedeschi (40,7%).
Scarica Plastics – the fast Facts 2024 (PDF)
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