11 marzo 2025 13:44
È stato inaugurato oggi a Imola il nuovo impianto di Herambiente (Gruppo Hera) per il riciclo di sfridi in composito con recupero delle fibre di carbonio, il primo in Europa su scala commerciale.
Ogni anno, usciranno dai cancelli di FIB3R fino a 160 tonnellate di fibre di carbonio rigenerate, che potranno essere reimpiegate in diversi settori industriali: dall’automotive all’aerospaziale, dalla nautica all’arredo, fino al tessile.
Costato circa 10 milioni di euro, di cui 2,2 milioni finanziati dall'Unione europea attraverso il programma NextGenerationEU, l'impianto utilizza un processo basato sulla pirolisi seguita da gassificazione (pirogassificazione).
Nella prima fase (pirolisi), la fibra di carbonio, più resistente al calore, viene liberata dalla resina polimerica; quest'ultima, decomposta in forma gassosa, viene riutilizzata per produrre parte dell’energia necessaria al processo. Nella fase di gassificazione, la fibra viene rigenerata e purificata per un successivo riutilizzo, ritessuta e impregnata per tutti gli usi tipici della fibra vergine.
Le polveri rimaste nelle fibre vengono invece aspirate e inviate al sistema di abbattimento.
Il materiale è tracciato lungo tutto il processo: gli scarti in fibra di carbonio entrano nell’impianto all’interno di contenitori dotati di un QR code che rimanda a una scheda contenente caratteristiche tecniche, peso e provenienza.
Lo stesso materiale, una volta rigenerato, può così tornare al proprietario, chiudendo il ciclo e assicurando sostenibilità, trasparenza e qualità.
Tra i 'clienti' del nuovo impianto c'è la Divisione Aerostrutture del Gruppo Leonardo, che conferirà a Herambiente parte delle fibre di scarto derivanti dalla costruzione delle componenti di aeromobili, come per esempio lo stabilizzatore dei turboelica ATR, la fusoliera e lo stabilizzatore orizzontale del Boeing 787, i piani di coda dell’Airbus A220, ottenendo in cambio fibre rigenerate.
Un altro recente accordo di collaborazione è stato siglato al JEC World di Parigi con Angeloni Group (Michelin), in questo caso rivolto al riciclo di scarti in materiale composito nel settore autmotive (leggi articolo).
Il riciclo - afferma Herambiente - è potenzialmente infinito e il risparmio energetico è significativo rispetto alla produzione - altamente energivora - di fibra vergine. L’analisi del ciclo di vita mostra che il fabbisogno energetico per la produzione di fibre riciclate è inferiore del 75% ed evita il 74% delle emissioni di gas serra, riducendo significativamente anche i conferimenti in discarica.
"Il recupero della fibra di carbonio non solo consente di ridurre l’impatto ambientale di questi scarti, ma crea anche nuove opportunità di mercato in settori strategici dell’industria - commenta Orazio Iacono, AD del Gruppo Hera -. Investire in infrastrutture circolari di questo tipo significa aumentare la resilienza delle filiere produttive, ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime critiche e, al contempo, creare valore attraverso modelli di business sostenibili".
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