15 aprile 2025 08:53
Nel corso del convegno Giflex tenutosi il 4 aprile scorso a Milano, Roberta Colotta (nella foto) - Public Affairs Manager di Flexible Packaging Europe (FPE) - ha fornito un interessante aggiornamento sullo stato di avanzamento del Regolamento su Imballaggi e rifiuti da imballaggio (PPWR).
Pubblicato lo scorso febbraio in GUCE, il regolamento non è ancora operativo: mancano infatti gli atti legislativi secondari, una ventina, che devono definire i dettagli della maggior parte delle misure incluse nel testo principale.
Per poter applicare tutti i punti del Regolamento, a partire dall'agosto del prossimo anno, è necessario sciogliere alcuni nodi che hanno un impatto rilevante sull'imballaggio flessibile, tra i quali i requisiti di riciclabilità, il contenuto di riciclato nella parte in plastica degli imballaggi, la presenza di sostanze preoccupanti e PFAS, o la minimizzazione del packaging, che dovrà essere dimostrato e documentato.
Aspetti che richiederanno, per essere sviscerati nella loro complessità, tempo e molto impegno da parte degli organismi preposti a questo compito.
RICICLABILITÀ. A partire dal 2030, il Design for Recycling (DfR) diventerà un requisito obbligatorio per gli imballaggi e la legislazione secondaria dovrà definire i criteri specifici per ciascuna categoria di imballaggi (ad esempio PE flessibile naturale/colorato, multistrato e multimateriale).
Su mandato della Commissione europea, il Comitato europeo di standardizzazione (CEN) sta già lavorando a linee guida per ogni categoria di imballaggio e FPE - insieme a Ceflex - partecipa attivamente ai lavori del CEN come "organizzazione di raccordo" ("liaison organization").
In base alle linee guida DfR e all'eventuale presenza di sostanze preoccupanti (SoC) che limitano il riciclo - che ECHA dovrà identificare entro settembre 2026 -, gli imballaggi saranno soggetti a una classe di riciclabilità che va da A a D, dove l'ultima comporterà la messa al bando nel 2030, mentre la C subirà la stessa sorte nel 20238 (vedi tabella).
La valutazione sulla riciclabilità non si baserà semplicemente sulla percentuale di materiale riciclabile, ma anche su criteri qualitativi. La metodologia di calcolo dovrà essere definita nella legislazione secondaria, con il coinvolgimento del CEN e del JRC. La Commissione ha suggerito alle aziende di iniziare a utilizzare le linee guida settoriali esistenti - comprese quelle di Ceflex - e di orientarsi verso imballaggi riciclabili nella pratica.
Anche le prestazioni ambientali delle diverse tecnologie di riciclo - meccanico e chimico - saranno incluse nell'analisi della riciclabilità di un imballaggio e potrebbero influenzarne il "punteggio" per la definizione della classe di appartenenza.
RICICLABILITÀ IN SCALA (Recyclability at Scale): il target del 55% di riciclabilità in scala per gli imballaggi flessibili a livello europeo entro il 2035 sembrava inizialmente portare a un bando automatico per le categorie che non avessero raggiunto tale soglia - ha spiegato Roberta Colotta -. Tuttavia, una recente interpretazione della Commissione (ancora non definitiva) suggerisce che il mancato raggiungimento del 55% non porterà a un'esclusione automatica di tutta la categoria, ma impatterà negativamente sul grado di riciclabilità dell'imballaggio. La metodologia per determinare l’impatto di questo ricalcolo del grado di riciclabilità dovrà essere fissata tramite legislazione secondaria.
MINIMIZZAZIONE DEL PACKAGING. L'obiettivo di ridurre al minimo l'imballaggio, in peso e in volume, diventerà obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2030. Entro il 2027, dovranno essere formulati dalle organizzazioni europee di normazione i criteri per il calcolo e la valutazione della conformità a questi requisiti. Inoltre, per i tipi e i formati di imballaggio più comuni, le norme tecniche dovranno indicare i limiti massimi di peso, volume e - nel caso - lo spessore delle pareti e lo spazio vuoto massimo. Il flessibile è già considerato un buon esempio - anzi un campione - dell'imballaggio 'minimal'.
PFAS. A partire dal 12 agosto 2026, gli imballaggi a contatto con gli alimenti non potranno essere immessi sul mercato se contengono sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS) in concentrazione pari o superiore a limiti prefissati. Non viene però indicata la lista di quelli in scopo, né la metodologia di test da adottare, e se considerare solo le sostanze aggiunte intenzionalmente o anche quelle non intenzionali. Aspetti che andranno senz'altro chiariti.
CONTENUTO DI RICICLATO. In questo campo, non ci sono grandi novità. Sono confermati gli obiettivi al 2030 e 2040 per le diverse tipologie. Un aspetto da chiarire - ha sottolineato Colotta - è la definizione di "parte in plastica", in particolare per gli imballaggi flessibili dove le componenti polimeriche minoritarie possono comunque superare il 5% del peso.
L'industria ha già espresso urgenza per un’approvazione celere del metodo di calcolo per il riciclo chimico, attualmente in discussione nell’ambito della direttiva SUP per il calcolo del contenuto riciclato per le bottiglie in plastica. Per ora, le discussioni interne alla Commissione sembrano convergere sul metodo di calcolo basato sul "fuel exempt mass balance".
DIVIETI. A partire dal 1° gennaio 2030, saranno messi al bando alcuni prodotti in plastica monouso, tra cui gli imballaggi multipli monouso utilizzati per raggruppare bottiglie, lattine, barattoli, vaschette e confezioni.
Le associazioni del settore hanno richiesto alla Commissione di chiarire al più presto le definizioni nelle linee guida, possibilmente anche prima della data di pubblicazione, prevista entro febbraio 2027.
Un altro divieto riguarderà gli imballaggi monouso per il consumo sul posto (on-premise) nel settore Horeca. Anche in questo caso le associazioni stanno chiedendo chiarimenti e linee guida anticipate alla Commissione affinché l'industria abbia tempo per adeguarsi.
RIUTILIZZO DEGLI IMBALLAGGI DA TRASPORTO. È un tema che ha suscitato malumore tra gli operatori. In origine - ha spiegato Colotta -, sembrava che dal 1° gennaio 2030 alcuni imballaggi di trasporto utilizzati all'interno di uno stato membro o tra siti della stessa azienda sarebbero dovuti essere riutilizzabili al 100% nell'ambito di un sistema di riutilizzo. La Commissione, riconoscendo le problematiche di includere in questo obbligo gli involucri di pallet e le cinghie, ha avviato uno studio di impatto per valutare la possibile esclusione di 'wrapping & straps' in plastica da quest'obbligo, con una possibile esenzione in arrivo verso la fine del 2025.
Concludendo il suo intervento, Roberta Colotta ha ricordato che il regolamento Imballaggi non è solo "sfide e incertezze", ma rappresenta anche un'opportunità per gli imballaggi flessibili, grazie all'aumento della loro riciclabilità, all'uso sostenibile delle risorse e alle soluzioni innovative per il refill (ricarica).
L'industria è quindi spronata a unire le forze per implementare i requisiti del nuovo regolamento facendo leva sull'innovazione. Un messaggio di ottimismo e, al tempo stesso, una chiamata alla responsabilità da parte di tutti gli operatori della filiera.
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