14 aprile 2025 08:43
La Corte Federale australiana ha sanzionato con 8,25 milioni di dollari australiani (circa 4,5 milioni di euro) un produttore locale di sacchettame in plastica, accusato dall'Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) di greenwashing, per aver diffuso dichiarazioni false o fuorvianti riguardo la composizione di alcuni sacchetti da cucina e per la raccolta rifiuti.
L'azienda ha ammesso di aver violato, tra giugno 2021 e luglio 2023, la normativa sul consumo, stampando sulle confezioni di alcuni sacchetti la dicitura “50% Ocean Plastic Recycled”, lasciando così intendere agli acquirenti che i prodotti fossero composti per almeno il 50% da plastica riciclata raccolta negli oceani o in mare aperto. In realtà, i rifiuti plastici provenivano da comunità indonesiane prive di sistemi di gestione dei rifiuti, situate fino a 50 km dalla costa, oppure erano composti da plastica non riciclata, additivi e coloranti.
La Corte ha sottolineato come il colore blu dei sacchetti, l’immagine di un'onda e i termini come “green” abbiano ulteriormente rafforzato l’illusione di un legame diretto con la plastica oceanica, inducendo in errore i consumatori. Le diciture più piccole riportate sul retro delle confezioni, in cui si specificava che la plastica proveniva da “ocean bound plastic”, non sono state ritenute sufficienti a chiarire l’origine effettiva dei materiali impiegati.
Il termine Ocean Bound Plastic (OBP) si riferisce, generalmente, alla plastica dispersa nell'ambiente in prossimità dell'oceano, in un raggio che non supera i 50 km dalle coste, in aree prive di gestione dei rifiuti e destinate quindi a finire negli oceani.
A partire da marzo 2022, l'azienda ha iniziato a modificare le confezioni inserendo la dicitura “Made using 50% Ocean Bound Plastic*” sulla parte più visibile della confezione. Tuttavia - sostiene la Corte - anche queste modifiche sono da ritenersi insufficienti per eliminare l’effetto ingannevole delle rappresentazioni visive e verbali iniziali. Nel luglio 2023, i prodotti sono stati ritirati dal mercato, dopo che il produttore è venuto a conoscenza delle indagini avviate dall’ACCC.
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