29 aprile 2025 16:10
Pur detenendo il 37% di Pirelli, il gruppo chimico cinese Sinochem non ne ha più il controllo.
La conferma è arrivata ieri dal Consiglio di amministrazione della società, che ha approvato il bilancio 2024 con il voto favorevole di 9 consiglieri su 15; tra i contrari il presidente di Pirelli, Jiao Jian.
La relazione, che dovrà essere ratificata il prossimo 12 giugno dall'Assemblea dei soci, dovrebbe difendere il gruppo italiano dal rischio di essere tagliato fuori dal mercato americano in base a nuove normative destinate a penalizzare le aziende con legami cinesi in segmenti come hardware e software, utilizzati nella digitalizzazione dei veicoli.
La partecipazione di Sinochem in Pirelli risale al 2015, quando il gruppo cinese, tramite ChemChina e Sinochem (in seguito fusi), acquisì una quota di maggioranza relativa attraverso la società veicolo Marco Polo International Italy (MPI Italy). L’iniezione di capitali consentì il rilancio di Pirelli, che all’epoca attraversava difficoltà, e fu accompagnata da un patto parasociale con Camfin, secondo azionista con il 26,6% del capitale.
Le autorità italiane hanno applicato a Pirelli il cosiddetto "golden power", imponendo a Sinochem di garantire autonomia decisionale alla società e limitando le ingerenze dirette, tra cui la designazione dell'Amministratore delegato.
Fino ad arrivare all'annuncio che, a seguito del DPCM Golden Power e di approfondite verifiche contabili e legali, il Consiglio di Amministrazione di Pirelli ha stabilito che è venuto meno il controllo di MPI Italy (e, per l’effetto, di Sinochem) su Pirelli ai sensi dell’IFRS 10. E che Pirelli non risulta, ai sensi dello stesso principio contabile, sottoposta al controllo di alcun soggetto.
Pirelli ha chiuso l'esercizio 2024 con risultati in crescita, con un utile netto consolidato di 501,1 milioni di euro e ricavi in aumento dell’1,9% a 6,7 miliardi di euro.
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