29 settembre 2025 13:06
La filiera delle materie plastiche affila i coltelli in vista dell'incontro a Roma, il prossimo 8 ottobre, convocato dal ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin su richiesta di Assorimap per fare il punto sulla crisi del settore.
In un'intervista rilasciata nei giorni scorsi, il presidente di Assorimap, Walter Regis, ha chiesto al Governo di non rinviare ulteriormente la plastics tax di 450 euro a tonnellata sui manufatti in plastica a singolo impiego (MACSI) come leva per favorire la domanda di materiali riciclati, esentati dall'imposta. Tassa che, salvo ulteriori proroghe, dovrebbe scattare il 1° luglio 2026 dopo sette rinvii consecutivi.
Sul tema interviene ora Unionplast, l'associazione che rappresenta i trasformatori di materie plastiche, sui quali - direttamente o indirettamente - graverà l'imposta. "Così come è strutturata, la tassa non incentiverà l’uso di riciclato, ma spingerà progressivamente clienti e brand owner ad abbandonare la plastica per materiali alternativi non tassati, non necessariamente più sostenibili", afferma Unionplast.
L'associazione pone anche l'accento sulla stagnazione del mercato e sulla riduzione ai minimi storici della marginalità delle imprese, aggiungendo che le criticità irrisolte e i danni che un’imposta così congegnata rischiano di infliggere a tutta la filiera della plastica si ripercuoterannno anche sui riciclatori.
L'elenco delle criticità che mettono a rischio la tenuta industriale delle imprese è lungo, secondo Unionplast: oneri amministrativi sproporzionati; moltitudine dei soggetti passivi della tassa (produttori di imballaggi e brand owner), con conseguente inefficienza dei controlli; carenza di strumenti scientifici per distinguere il riciclato dal vergine; sproporzione del tributo e conseguente crisi di liquidità, oltre che l'enormità delle sanzioni.
Non solo - sostengono i trasformatori -: l’esperienza della plastic tax spagnola dimostra come simili misure abbiano punito il mercato interno, aprendo le porte a importazioni di riciclati di dubbia origine e a basso costo.
Unionplast ribadisce, quindi, la necessità di un provvedimento che sostenga l’economia circolare, senza contraddire gli obiettivi del PNRR, e senza scaricare costi e rischi "su chi, ogni giorno, trasforma la plastica in valore industriale e occupazionale per il Paese creando risorse per l’industria a valle".
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