31 ottobre 2025 08:44

A due anni dal primo annuncio (leggi articolo), la società turco-belga Synpet Technologies rispolvera il progetto di un impianto per il riciclo chimico di rifiuti plastici nell'area del Porto di Anversa, con capacità di trattamento pari a 250.000 tonnellate annue. L'entrata in funzione è prevista nella seconda metà del 2028.

L'impianto (render nell'immagine) costerà intorno a 300 milioni di euro e sarà in grado di convertire qualsiasi tipo di plastica in nafta circolare alternativa ai feedstock fossili per l'industria chimica, "senza necessità di pretrattamento e con un’efficienza energetica elevata".

A questo fine, verrà impiegato il processo Thermal Conversion Process (TCP) messo a punto da Synpet, già testato in un'unità dimostrativa. La particolarità è che utilizza acqua ad alta pressione e temperatura combinata con cracking termico a più stadi per rompere le catene polimeriche in modo più efficiente ed economico rispetto alla tecnologie convenzionali. Inoltre, parte dell'energia necessaria al funzionamento dell'impianto può essere ricavata dai flussi di processo.

Il prodotto in uscita, battezzato CNS (Circular Naphtha Substitute), dovrebbe essere di qualità superiore rispetto all’olio da pirolisi standard, con punto di ebollizione finale (FBP) di 360 °C, in linea con i limiti delle unità di steam cracking europee, secondo quanto afferma la società. "A differenza degli oli da pirolisi - sostiene Synpet -, il CNS non richiede ulteriori trattamenti di raffinazione o idroprocessi, risultando adatto all’impiego diretto nei cracking".

Tra i partner del progetto c'è Kolmar Group, società svizzera attiva nel commercio e nella produzione petrolchimica, che ha partecipato agli investimenti seed e di fase 1, responsabile della commercializzazione dell'output dell’impianto di Anversa e di quelli che verranno realizzati successivamente.

Euroports, invece, fornirà a Synpet tutti i servizi logistici, dalla gestione dei flussi in ingresso di rifiuti plastici misti alla spedizione dei prodotti finali, come la nafta circolare sostitutiva.

L’iniziativa genererà oltre cento posti di lavoro, tra diretti e indiretti, e contribuirà a consolidare il ruolo delle Fiandre come punto di riferimento nell’economia circolare.

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