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Covid-19, il costo occupazionale della crisi

Unioncamere stima per quest’anno una riduzione di 420.000 occupati, oltre 10mila nel comparto gomma-plastica.

8 aprile 2020 08:56

produzione filmL’epidemia di Covid-19 potrebbe avere gravi riflessi negativi, almeno nel breve periodo, sull’occupazione nel nostro paese.
Secondo un recente studio di Unioncamere, ipotizzando una progressiva uscita dalla crisi e la ripresa delle attività economiche entro il mese maggio, gli occupati  potrebbero diminuire quest’anno di oltre 420.000 unità rispetto al 2019 (-2,1%), al netto dei lavoratori che beneficeranno della cassa integrazione guadagni ordinaria o in deroga: 232mila saranno lavoratori autonomi e 190.000 dipendenti.

L’industria potrebbe perdere 113.300 addetti, dei quali 10.100 nel settore delle materie plastiche e della gomma. Il settore più duramente colpito dalla crisi è però quello dei servizi, con un calo dell’occupazione stimato in oltre 300mila unità, di cui 220.000 legate a turismo e ristorazione.

Ci sono anche settori in cui l’occupazione è stimata in crescita, come sanità (+26mila unità), servizi ICT (+8mila unità) e industria farmaceutica (+1.200 unità).

fonte: unioncamera

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