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Packaging per alimenti sostenibili e circolari

Alcune riflessioni su packaging e ambiente di Fabrizio Bernini, responsabile R&D del Gruppo Happy, produttore di imballaggi in plastica e cellulosa per alimenti freschi e conservati, destinati alla GDO e all’industria alimentare.

1 gennaio 2022 00:07

Gruppo Happy FabioBernini"Il packaging ha una grande responsabilità: preservare il suo contenuto nel tempo e nello spazio durante il lungo percorso che va dal confezionamento, all’interno dell’azienda alimentare, fino al tragitto verso le nostre case". Così afferma Fabrizio Bernini (nella foto), responsabile R&D del Gruppo Happy, polo produttivo e commerciale a livello europeo che si occupa della progettazione e realizzazione di imballaggi in plastica e cellulosa per alimenti freschi e conservati, destinati alla GDO e all’industria alimentare. "Tutto questo non è badare 'solo alla funzionalità' ma è anche garantire che il prezioso cibo preservi al meglio la sua edibilità nel tempo evitando che si sprechi".
 
SOSTENIBILITÁ E CIRCOLARITÁ. Quando parliamo di questi temi, in particolare dell’imballaggio in plastica e l’impatto sull’ambiente, utilizziamo concetti come sostenibilità, riciclo, circolarità in maniera molto disinvolta, a volte quasi fossero dei sinonimi.
Un imballaggio per alimenti (ma non solo), è di per sé già sostenibile ambientalmente, indipendentemente dal materiale con cui è realizzato, semplicemente perché preserva l’alimento che contiene, assicurandone la sua edibilità nel tempo, offrendo, di conseguenza, a noi consumatori, più occasioni per poterlo consumare, riducendo così la possibilità che vada sprecato. In questo caso sì, produrremmo un maggior impatto ambientale, che è proprio quello del cibo nei confronti dell’imballaggio.
Non lo dico solo io ovviamente, lo dice la FAO, lo dice l’Europa, lo dice l’Istituto Italiano Imballaggio, lo dice anche un importantissimo gruppo alimentare italiano di dimensioni mondiali, che ha realizzato già da tempo una serie di studi LCA certificati per ogni singolo prodotto alimentare (pasta, biscotti, sughi, ecc.).
Si vede così che per ogni prodotto rappresentato il costo ambientale dell’imballaggio è di gran lunga più basso della materia prima utilizzata e di tutti i processi necessari per produrlo e trasportarlo.
Anche Denkstatt, studio di consulenza di riferimento a livello europeo sui temi della sostenibilità, si è espresso al riguardo e ha affrontato in modo scientifico sulla base di test specifici effettuati, il rapporto tra imballaggio e spreco alimentare, sottolineando l'importanza del primo per la riduzione del secondo, nel suo scritto Food Packaging Sustainability - A guide for packaging manufacturers, food processors, retailers, political institutions & NGOs.
L’imballaggio, tuttavia, non solo è sostenibile ambientalmente, ma lo è anche economicamente e socialmente, perché garantisce un prodotto alimentare sicuro, ad un costo accessibile a tutti, a una grandissima fascia di popolazione nel mondo. Non possiamo parlare quindi solo di sostenibilità in generale, ma di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
 
RICICLABILITÁ, FACCIAMO CHIAREZZA. Quando si parla di riciclabilità, la confusione è totale, frutto di un'informazione parziale e spesso pilotata.
Partiamo dall’affermazione oggi più comune; la plastica è insostenibile perché inquinante e quindi va eliminata. Perché è inquinante? – Perché si trova dappertutto, nei fiumi nei mari, nelle spiagge, nelle strade, nelle città… Perché si trova dappertutto? - E qui casca l’asino…
Il livello di comunicazione da parte dei media, soprattutto televisioni e radio, (ma non solo) quasi sempre è un capolavoro di capziosità.
Qual è il messaggio che si vuol far passare? - L’oggetto si getta perché non è riciclabile? – Ma se fosse riciclabile non verrebbe più gettato? - Ma è surreale! Un imballaggio che ha finito il suo ciclo funzionale, che sia riciclabile o non riciclabile, che sia di plastica o di carta, di vetro o di alluminio, compostabile o non, non deve finire nell’ambiente.
Un rifiuto di imballaggio (di qualsiasi materiale) deve essere conferito nell’apposito contenitore di riferimento. Sarà il consorzio di competenza, che in funzione delle filiere esistenti e delle tecnologie disponibili, lo riciclerà e ne farà materia prima seconda per nuovi impieghi, oppure sarà termovalorizzato o conferito in discarica.
L’obiettivo di tutti i soggetti coinvolti (industria del packaging aziende alimentari e GDO, consorzi di filiera, consumatori, istituzioni, consumatori, media) deve essere quello di migliorare continuamente il profilo ambientale dell’imballaggio e questo lo si fa migliorando la raccolta differenziata, aumentando la quantità e la tipologia di frazioni da avviare alla selezione ed al riciclo, riutilizzando la materia prima seconda ottenuta all’interno dei vari prodotti che a quel punto conterranno una percentuale sempre più alta di materiale riciclato, riducendo sempre di più il conferimento in discarica e la termovalorizzazione.
Ma non basta, occorre informare ed educare i consumatori per conferire correttamente i rifiuti nei rispettivi contenitori per la raccolta differenziata. Non basta mettere la plastica nella plastica, la carta nella carta, ecc. Occorre conferire il rifiuto correttamente, ripulendolo da eventuali residui eccessivi di cibo e separandolo, quando necessario da componenti o elementi che potrebbero compromettere la fase di selezione e riciclo.
Un rifiuto giustamente conferito è la premessa necessaria per un riciclo efficace.
Riciclabilità e Circolarità consentono, di tenere in circolo più a lungo possibile le materie prime, riducendo sempre di più la produzione di materie prime vergini che hanno un costo ambientale molto più elevato..
 
Gruppo Happy vaschetta XPS riciclatoXPS RICICLATO. Un esempio significativo oggi è quello delle vaschette XPS per alimenti che chiarisce, a mio avviso in maniera esemplare, quanto detto fino ad ora.
Le vaschette in XPS sono una soluzione d’imballo per alimenti che ha accompagnato lo sviluppo dell’industria alimentare e della GDO italiana ed Europea da almeno 50 anni fino ad oggi. Un prodotto estremamente noto ai consumatori, al punto che è l’unico imballaggio che viene chiamato per nome, vassoio in polistirolo espanso, tipico del prodotto fresco, tutti gli altri sono semplicemente di “plastica”.
Tra tutti gli imballaggi per alimenti è quello che ha il profilo ambientale migliore, semplicemente perché utilizza almeno il 50% di materia prima (plastica) in meno. Ha caratteristiche funzionali eccellenti, leggerezza, rigidità, macchinabilità, ecc. nonché caratteristiche di riciclabilità del polimero tra le migliori in assoluto.
L’imballaggio in XPS (polistirolo espanso estruso) nasce proprio come alternativa più sostenibile rispetto agli altri imballaggi, proprio, come detto prima, per il ridotto utilizzo di materia prima e le eccellenti caratteristiche di funzionalità, conservazione e sicurezza alimentare.
La realizzazione oggi di un vassoio XPS contenente riciclato post consumo (r-XPS) è la dimostrazione che quando le aziende del settore, (ProFood) le aziende alimentari (UNA Italia), i produttori di polimeri (ENI-Versalis) i consorzi di filiera (Corepla), i riciclatori (ForeverPlast) si uniscono su un progetto comune il risultato è assicurato. Oggi il vassoio r-XPS è ancora più sostenibile (lo era già anche prima) ma è anche RICICLABILE e CIRCOLARE. Un risultato tutto italiano che ha dimostrato ancora una volta di cosa sappiamo fare quando riusciamo a fare squadra unendo gli sforzi per il raggiungimento di un risultato che fino ad un anno e mezzo fa era solo un’ipotesi.
 
STANDARD (LCA) E TECNOLOGIE. L’analisi LCA, come già accennato, è lo strumento principe per la misura degli impatti ambientali, solo quando un fenomeno lo puoi misurare, come sosteneva il barone Kelvin, puoi affermare di saperne qualcosa.
L’analisi LCA, pertanto, per il nostro gruppo, è un aspetto fondamentale dell’ecodesign, attraverso il quale, qualsiasi scelta progettuale, a cominciare dal materiale, è verificata in termini di impatto ambientale durante tutto il ciclo di vita del prodotto, attraverso l’analisi delle tre marcofasi Upstream, Corestream, Downstream.
Quello che dobbiamo fare ogni giorno, come individui e come imprese, è di impattare il meno possibile, operando le migliori scelte possibili per salvaguardare l’ambiente, ma assicurare anche, nel nostro caso, quello di cui il mercato ha bisogno: un imballaggio sicuro e funzionale per i nostri clienti che lo confezionano e per i consumatori che lo utilizzano, e che assicuri nel contempo la massima sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Fa parte della missione del Gruppo Happy trovare nuovi soluzioni d’imballo più funzionali a minor impatto ambientale.
Ovviamente come tutti i rifiuti d’imballaggi, al di là dei termini con cui vengono classificati (biodegradabili o compostabili) non dovranno mai essere rilasciati nell’ambiente.
La strada per il miglioramento continuo della sostenibilità del packaging per alimenti, ma non solo, non è fatta di affermazioni apodittiche, ma di dati scientifici, e di un lavoro continuo di ricerca e sperimentazione di materiali e processi, ma anche di soluzioni di packaging ed iniziative che coinvolgano il maggior numero possibile di attori: aziende, istituzioni, associazioni ambientaliste, università, riciclatori, consumatori, media, che avranno, a mio avviso, sempre di più un ruolo determinante in questo lungo percorso e dai quali dipende la diffusione e la correttezza delle informazioni contro ogni altro tentativo di greenwashing.
 
Con i contributo di:
Happy Srl
via Del Lavoro, 1
26030 Gadesco Pieve Delmona - CR
Telefono: +39 0372 837086
LinkedIn: gruppo-happy

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