Ma c'è resistenza da parte del mercato, rileva ChemOrbis, ai rincari delle commodities in Italia.
16 gennaio 2013 07:45
ChemOrbis, piattaforma di market intelligence con filiale a Milano, rileva una resistenza dei buyer italiani agli aumenti di prezzo annunciati a inizio anno dai produttori di plastiche commodities (PP, PVC, PE, PS e PET), motivati dalla disponibilità limitata in Europa e dai crescenti costi di produzione.
I recenti aumenti sono stati disapprovati dai buyer, che hanno registrato una domanda di prodotti finiti debole dopo le festività - rileva ChemOrbis -. Di conseguenza, diversi venditori hanno dovuto rivedere i target di aumento per stimolare un maggiore interesse all’acquisto da parte dei trasformatori, alcuni dei quali avevano scorte sufficienti grazie agli acquisti fatti alla fine dello scorso anno.
Nel mercato del polipropilene - si legge in una nota - i venditori si sono avvicinati al mercato con aumenti tra i 30 e i 70 euro/ton rispetto a fine dicembre. Un trader ha rivelato a ChemOrbis di cercare aumenti di 30 euro/ton, nonostante un obiettivo iniziale di 80 euro/ton, dopo che il suo fornitore ha rivisto in ribasso gli aumenti. "La domanda è davvero debole, mentre l’offerta è corta: abbiamo sentito infatti che un produttore dell’Europa occidentale ha chiuso l’impianto di polipropilene", ha dichiarato il trader. D’altra parte, un produttore del Sud Europa ha aumentato i prezzi del PP di 40 euro/ton questa settimana, dopo aver annunciato rollover, e ha chiuso delle trattative sui nuovi livelli. "Abbiamo aumentato i nostri prezzi in linea con gli incrementi da parte dei fornitori. La nostra disponibilità è regolare, ma non abbiamo visto un grande interesse all’acquisto da parte dei clienti", ha affermato una fonte del produttore.
Per quanto riguarda i buyer - nota ChemOrbis -, un trasformatore di packaging ha affermato di possedere scorte sufficienti fino alla fine di febbraio, grazie all’attività di pre-buying dello scorso mese. Un altro trasformatore ha commentato: "Non abbiamo fretta di acquistare a gennaio, poiché abbiamo fatto pre-buying tra novembre e dicembre. Anche se i produttori stanno chiedendo aumenti di 50 euro/ton, dovranno rivedere le loro richieste per riuscire a chiudere le trattative"; aggiungendo che sta negoziando per ottenere un aumento limitato a 30 euro/ton.
Nel mercato del PVC, le offerte di gennaio variano da rollover ad aumenti di 10-20 euro/ton sul mese preecdente, per la necessità da parte dei venditori di recuperare i margini dopo le diminuzioni dei mesi scorsi. Un produttore del sud Europa ha aumentato le sue offerte di 10 euro/ton dopo aver annunciato rollover: "L’offerta del PVC di importazione non è ampia e questo potrebbe obbligare i venditori europei ad aumentare i prezzi, soprattutto a febbraio - ha commentato -. La domanda è migliore rispetto a dicembre, poiché i nostri clienti sono tornati sul mercato nonostante avessero ancora delle scorte grazie al pre-buying dello scorso mese". Un distributore ufficiale di un produttore dell’Europa occidentale ha intenzione di applicare piccoli aumenti dopo aver annunciato rollover, in quanto il suo fornitore aumenterà presto i prezzi di listino.
Questa settimana, un distributore ha ottenuto aumenti di 15 euro/ton così motivati: "Siamo abbastanza soddisfatti delle vendite fino a questo momento. Il trend rialzista resterà in atto anche a febbraio". Un produttore di profili PVC che ha ricevuto aumenti di 50 euro/ton sui suoi accordi a volume ha commentato "Ci aspettiamo che i venditori ottengano incrementi di 20-40 euro/ton. La nostra domanda di prodotti finiti è molto debole; abbiamo ricevuto infatti solo pochi ordini e per volumi ridotti". Per febbraio si attende ulteriori aumenti di 10 euro/ton nel mercato spot.
Un altro produttore di profili non ha accettato i prezzi dall’est Europa perché ritenuti troppo alti e ha fatto una controfferta per vedere se i venditori rivedranno in ribasso le loro offerte, considerata la domanda debole. "Abbiamo sentito di attese rialziste per febbraio, ma crediamo che i produttori debbano rivedere i target di aumento per attirare l’interesse all’acquisto", ha dichiarato.
Un compoundatore ha invece riferito a ChemOrbis: "Abbiamo acquistato piccole quantità questo mese, a causa del mercato dei prodotti finiti ancora stagnante. All’inizio del mese i nostri fornitori chiedevano aumenti di 10-20 euro/ton, ma siamo riusciti a ottenere dei rollover. Non pensiamo ci saranno nuovi aumenti a febbraio".
Nel mercato del polietilene, i venditori hanno chiesto aumenti di 40-100 euro/ton per gennaio, sulla scia dell’offerta corta. Un produttore del Sud Europa ha chiuso le trattative con aumenti di 40-50 euro/ton su dicembre, affermando di non avere rilevato una domanda particolarmente brillante questo mese. Un trasformatore che produce packaging ha commentato: "Abbiamo scorte sufficienti dopo aver fatto del pre-buying a dicembre. Le condizioni deboli dell’economia potrebbero ostacolare il business dei prodotti finiti nei prossimi giorni".
Nel mercato del polistirene, dopo aver annunciato al mercato italiano dei target di aumento fino a 110 euro/ton per gennaio, i venditori hanno rivisto al ribasso le loro richieste, portandole a 60-100 euro/ton, considerato lo scarso supporto della domanda e la chiusura iniziale dello stirene in aumento di 60 euro/ton. Un produttore di contenitori, interpellato da ChemOrbisi, ha pagato aumenti di 60 euro/ton, dopo aver ricevuto richieste iniziali per 100 euro/ton.
Un'azienda trasformatrice ha preferito non accettare aumenti di 60-100 euro/ton dai fornitori di Sud Europa e Europa occidentale, preferendo acquistare HIPS dall’Est Europa dopo aver fatto pre-buying a dicembre. L'acquirente è consapevole che l’offerta di PS è in generale corta, ma - ha riferito a ChemOrbis - ciò non lo ha colpito in modo particolare perché ha buoni livelli di scorta. Il trader ha riportato di aver ricevuto aumenti di 70 euro/ton dal suo fornitore regolare dell’Europa occidentale, dopo che il venditore aveva rivisto l’aumento rispetto ai 110 euro/ton iniziali. "Stiamo ancora negoziando con il nostro fornitore per avere un prezzo migliore", ha aggiunto.
Sul mercato del PET, i costi in crescita hanno obbligato i venditori ad applicare aumenti di 30-50 euro/ton per gennaio, dopo che i contratti iniziali di MEG e PX in Europa hanno chiuso rispettivamente in rialzo di 20 e 40 euro a tonnelate su dicembre. Un distributore ufficiale ha riportato a ChemOrbis di aver aumentato i prezzi di 40-50 euro/ton a causa dei costi. "Potremmo cercare dei rollover o piccoli aumenti a febbraio, se la domanda dovesse rimanere insoddisfacente", ha dichiarato.
Un trasformatore di packaging per alimenti ha affermato: "Non faremo acquisti questo mese, perché stiamo utilizzando ancora il materiale comprato a dicembre. Il consumo di PET è stato in generale inferiore durante tutto il 2012 e non ci aspettiamo un recupero della domanda dei prodotti finiti nel primo trimestre del 2013".
Guardando al mercato delle materie prime, i contratti di gennaio dei monomeri sono stati chiusi a rollover per l’etilene e in diminuzione di 13 euro/ton per il propilene. I costi spot del propilene in Europa sono aumentati di 50 euro/ton, mentre i prezzi dell’etilene sono aumentati di 85 euro/ton dall’inizio di gennaio.
Fonte: ChemOrbis
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