Presentata a Milano una ricerca sul riciclo indipendente, realtà che concorre a quasi il 50% del recupero meccanico di rifiuti in plastica.
25 marzo 2013 07:38
Nel 2011 sono state riciclate in Italia circa 750mila tonnellate di materie plastiche, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi comunitari per quanto concerne il recupero di questi materiali.
Ma non è solo grazie alla buona volontà dei cittadini, dei Comuni impegnati nella raccolta differenziata e del consorzio di filiera (Corepla) che questo obiettivo viene raggiunto. Circa la metà delle plastiche riciclate nel nostro paese è infatti gestito da riciclatori indipendenti, che provvedono alla raccolta e al trattamento dei cosiddetti rifiuti in plastica speciali, non provenienti dalla raccolta differenziata urbana di imballaggi, ma da attività industriali, agricoltura e commercio.
Un mondo, quello del riciclo indipendente, fino ad oggi poco studiato. Per colmare questo vuoto, Carpi - il principale consorzio italiano di riciclatori indipendenti di polietilene - ha deciso di condurre un'approfondita ricerca insieme con il Prof. Mattia Cai dell'Università di Padova. I risultati sono stati pubblicati nel libro "Il riciclo della plastica" (di M. Cai e G.D. Savio, Franco Angeli) presentato nei giorni scorsi a Milano. "Una ricerca che raccoglie e analizza per la prima volta tutti i dati e le informazioni esistenti sul comparto dei rifiuto indipendente per offrire una visione completa e accurata della filiera", sottolineano i due autori.
Carpi associa gli operatori della filiera della raccolta, trattamento rigenerazione di rifiuti speciali in plastica, prevalentemente (ma non solo) polietilene. Le circa 31 aziende consorziate fatturano quasi 450 milioni di euro e danno lavoro a un migliaio di addetti. Di queste, 8 si occupano della raccolta, 12 del riciclo e 6 producono beni in plastica rigenerata; i restanti 5 soci sono esterni al sistema di riciclo in senso stretto (fornitori di macchine, impianti o servizi), e sono catalogati come sostenitori.
Su un riciclo meccanico di materie plastiche nel 2011 stimato in 745.000 tonnellate (36% dell'immesso al consumo), gli operatori indipendenti hanno contribuito per circa 355.000 tonnellate, contro le 390.000 ton del sistema Corepla (fatte salve eventuali duplicazioni e sovrapposizioni tra i due circuiti). Il Consorzio Carpi, da solo, gestisce 250.000 tonnellate, 180.000 delle quali provenienti da rifiuti da imballaggi, ricavandone - tolti gli scarti (15% in media ) - circa 150.000 tonnellate di granulo rigenerato pronto all'uso. Oltre agli imballaggi, le altre fonti di materia prima seconda per le imprese del consorzio sono costituite da rifiuti agricolo (50.000 ton), quali i teli da pacciamatura e per serre, e sfridi industriali (6.000 ton).
Lo studio fornisce anche dati su produzione e riciclo di plastiche e rifiuti plastici in Europa. Per quanto concerne il nostro paese, sono stati inoltre stimati gli impatti positivi di queste attività a livello economico e sociale. Si scopre così che gli occupati nel settore della gestione dei rifiuti (tutti i rifiuti) sono circa 135mila, in crescita del 6,8% rispetto al 2008; per dare un'idea di cosa ciò significhi, basti pensare che nello stesso periodo l'occupazione nel settore manifatturiero è calata dell'8,9%.
Considerando solo gli addetti nel recupero e preparazione dei materiali per il riciclo, gli addetti scendono a 23mila e, in base a una stima dei ricercatori dell'Università di Padova, quelli legati al solo segmento del riciclo delle plastiche dovrebbero essere quasi 1.900, il 90% dei quali occupati in produzione. Aggiungendo anche i lavoratori indiretti (3.300 addetti) e l'indotto (2.750), si arriva a quasi 7.900 lavoratori. Di questi, 3.370 sono imputabili al riciclo indipendente.
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