Accordo per una joint-venture 50-50, secondo produttore mondiale di PVC con 17 impianti e un giro d'affari di 4,3 miliardi di euro. Solvay uscirà dopo quattro anni.
7 maggio 2013 07:49
Le voci circolavano già da qualche giorno, ma la conferma è arrivata solo questa mattina: Ineos e Solvay hanno firmato una lettera d'intenti (LOI) per costituire una joint-venture paritetica nel PVC, mettendo insieme le rispettive attività nella filiera del clorosoda (oltre al polimero, anche cloro, soda e derivati), con la sola eccezione di RusVinyl, la joint-venture russa tra Solvay e Sibur.
Solvay contribuirà all'operazione conferendo SolVin (JV con BASF nel PVC, dove il gruppo belga detiene il 75% del capitale) e le attività nel clorosoda: si tratta, nel complesso, di sette impianti integrati, tutti in Europa, tra cui cinque unità per l'elettrolisi del cloro con tecnologia a membrana. Il giro d'affari delle attività conferite dal gruppo belga è pari approssimativamente a 1,9 miliardi di euro.
Ineos metterà invece a fattor comune la controllata Kerling, oggi il principale produttore di PVC in Europa, con dieci impianti, tre dei quali dotati di unità di elettrolisi a membrana, e un giro d'affari di 2,4 miliardi di euro.
Dalla fusione nascerà il secondo produttore mondiale di PVC (alle spalle di Shin-Etsu), primo in Europa, con un giro d'affari di 4,3 miliardi di euro e un margine operativo lordo (Rebitda) di 257 milioni di euro. La nuova società disporrà di 17 impianti produttivi in nove paesi, con 5.650 addetti. Nelle intenzioni dei due partner non sono previste chiusure di stabilimenti come effetto della fusione.
La joint-venture sarà però di breve durata: Ineos avrà infatti la possibilità di rilevare - dopo quattro anni (e prima di sei) - l'intera quota di Solvay nella joint-venture pagando 5,5 volte il valore medio del Rebitda realizzato nel periodo. L'accordo prevede inoltre che Solvay riceva un pagamento in contanti pari a 250 milioni di euro al completamento della transazione, che deve essere ora sottoposta ai sindacati e alle autorità antitrust per le necessarie approvazioni.
"Si tratta di un ambizioso progetto industriale volto a creare valore - spiega Jean-Pierre Clamadieu, CEO di Solvay - Vogliamo dar vita a un player di caratura mondiale che beneficerà degli assets di qualità dei due partner. La joint venture consentirà di migliorare la competitività in un contesto, quello europeo, critico per quanto riguarda i costi delle materie prime e dell' energia". "Siamo convinti - aggiunge Clamadieu - che questo sia un progetto adeguato per garantire, a lungo termine, lo sviluppo delle attività cloroviniliche di Solvay, l'occupazione e gli impianti ".
L'uscita di Solvay dal PVC - che avverrà dopo quattro anni con la cessione della quota a Ineos - rappresenta anche un passo avanti nella strategia che prevede lo spostamento verso attività con più alta marginalità ed elevati tassi di crescita. Il mercato europeo del PVC soffre invece di sovracapacità produttiva e redditività sempre più risicata: dal 2007 a oggi la domanda europea di PVC ha subito una contrazione del 30%, mentre la disponibilità di energia e materie prime a basso costo negli USA sta aumentando la pressione su margini.
Le sinergie attese dalla ristrutturazione del PVC europeo includono l'ottimizzazione dei consumi energetici attraverso la condivisione delle rispettive best practices, una semplificazione del portafoglio prodotti e maggiore specializzazione degli impianti, oltre a benefici nell'acquisto di materie prime ed energia dai fornitori. La joint-venture punta anche a ridurre i costi logistici e potenziale i servizi commerciali attraverso la fusione delle rispettive reti.
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