PlasticsEurope ha presentato al K'2013 i dati 2012 su produzione, consumi e riciclo di materie plastiche.
22 ottobre 2013 09:54
PlasticsEurope ha presentato nei giorni scorsi al K'2013 l'ultima edizione di "Plastics the facts", il compendio statistico dell'industria europea delle materie plastiche, contenente i dati 2012 relativi a produzione, consumo e riciclo.
A livello mondiale la produzione di materie plastiche è cresciuta l'anno scorso del +2,8%, passando da 280 a 288 milioni di tonnellate, un incremento inferiore a quello registrato nel 2011 sull'anno precedente (+3,7%).
Un trend che non ha però riguardato l'Europa, dove l'industria delle materie plastiche ed elastomeri sta ancora risentendo della crisi, causata in larga parte dal basso livello di domanda proveniente dai mercati finali: auto e costruzioni in modo particolare, ma anche dai settori in passato motori di crescita come l'imballaggio. Il risultato è che, l'anno scorso in Europa, sono diminuite sia la produzione (-3%), sia la domanda di materie plastiche (-2,5% ).
La produzione si è attestata a 57 milioni di tonnellate (erano 58 milioni nel 2011), pari al 20,4% del totale mondo, che ci conferma al secondo posto dopo la Cina (23,95). La domanda europea si è invece fermata a 45,9 milioni di tonnellate, per il 39,4% proveniente dal settore packaging e il 20,3% da edilizia e costruzioni. Restano differenze significative tra Europa occidentale, mercato più maturo che ha visto ridursi la domanda del 3%, e i mercati dell'Europa orientale, dove la domanda è invece aumentata dello 0,6%. Non è un caso, che i soli mercati a registrare un incremento dei consumi di plastiche siano Polonia, Ungheria, Slovacchia e Lituania.
In numeri assoluti, invece, la leadership continentale è saldamente in mano alla Germania, con circa un quarto dei consumi europei di materie plastiche, seguita da Italia, Francia, Spagna e Benelux; insieme, questi cinque paesi concentrano tre quarti della domanda europea.
L'industria europea delle plastiche ha generato l'anno scorso un giro d'affari di 87 miliardi di euro per la sola produzione di materie prime, a cui si aggiungono i 202 miliardi relativi alla trasformazione delle resine in semilavorati e prodotti finiti. Tra tasse e contributi sociali ha contribuito al welfare europeo per 26,6 miliardi di euro e occupa nel complesso 1,4 milioni di addetti, contando anche i costruttori di macchine e attrezzature.
"Di fronte ad un contesto economico in evoluzione, spesso difficile, l'industria europea della plastica ha dimostrato coraggio e grande capacità di adattamento - ha commentato i risultati Wilfried Haensel , Direttore Esecutivo di PlasticsEurope -. Anche se avremmo preferito un recupero più rapido, l'industria è riuscita a rimanere competitiva e innovativa, contribuendo al 2,6 % al PIL europeo". "In ogni modo - ha aggiunto - i costi dell'energia e delle materie prime, più bassi in altri parti del mondo, costituiscono un ulteriore sfida per la nostra industria in Europa".
Per quanto concerne le diverse famiglie polimeriche, il 18,8% della domanda riguarda polipropilene, seguito da polietilene a bassa (17,5%) e alta densità (12%), PVC (10,7%), stireniche (7,4%), poliuretani (7,3%) e PET (6,5%). Il resto, costituito da tecnopolimeri di fascia alta ed altri polimeri, vale all'incirca il 20%.
L'Europa resta ancora un esportatore netto di materie plastiche: l'export vale infatti 15,87 milioni di tonnellate (+2,9%), contro importazioni per 7,55 milioni di ton. Anche considerando i manufatti in plastica, la bilancia commerciale resta positiva con esportazioni per 2,74 milioni (+3,6%) a fronte di importazioni per 1,67 milioni di tonnellate.
Per quanto concerne il fine vita delle materie plastiche in Europa, delle 57 milioni di tonnellate prodotte nel 2012, poco meno della metà - 25,2 milioni di ton - si sono trasformate in rifiuti: 15,6 milioni sono state recuperate, o per per via meccanica (6,6 milioni, 26,3%), o mediante recupero energico (8,9 milioni, 35,6%). Restano in ogni caso 9,6 milioni di tonnellate di plastica avviata a discarica, pari al 38,1% del totale.
Il recupero totale (meccanico + energetico) l'anno scorso si è quindi attestato al 61,9%, in crescita rispetto al 59,6% del 2011, mentre il volume avviato a discarica è diminuito del 5,5%. Anche il riciclo meccanico ha mostrato una buona crescita (+4,7%).
Va sottolineato che il riciclo di materie plastiche interessa oggi soprattutto gli imballaggi, che costituiscono l'82% del volume complessivo; il tasso di recupero sull'immesso al consumo, per questa tipologia di prodotti, l'anno scorso ha raggiunto il 69,2%, con un incremento del 3,3% rispetto all'anno precedente.
"L’industria della plastica si impegna a conseguire l’obiettivo zero plastics to landfill entro il 2010 - ha dichiarato Patrick Thomas, Presidente di PlasticsEurope e CEO di Bayer MaterialScience -. Invitiamo le istituzioni a mettere in atto misure atte ad evitare che rifiuti riciclabili e ad alto potere calorifico finiscano ancora in discarica".
Parlando di previsioni, Thomas ritiene che "il 2013 può essere considerato come un anno di consolidamento per l'industria europea delle materie plastiche; le previsioni per il 2014 indicano una lieve ripresa ma il settore è ancora lontano dai livelli pre-crisi".
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