Sperimentate da Ghepi applicazioni ingegneristiche della bioplastica a base di PHA messa a punto da bio-on.
4 dicembre 2013 15:10
In attesa dell’avvio delle prime produzioni su scala commerciale, la società bolognese bio-on prosegue nelle ricerche sulle potenziali applicazioni industriali delle bioplastiche a base di polidrossialcanoati (PHA) ottenuto da residui della lavorazione dello zucchero.
Dopo gli articoli di design, gli impieghi biomedicali nella ricostruzione dei tessuti ossei e l’additivazione con nanoparticelle di carbonio per ottenere materiali conduttivi, il polimero biodegradabile è stato sottoposto a sperimentazione nel metal replacement e plastic replacement.
Lo studio è stato condotto per dieci mesi presso lo stampatore Ghepi, che ha provato a produrre articoli tecnici generalmente realizzati con metalli o tecnopolimeri, utilizzando - in quest’ultimo caso - gli stessi stampi.
”I test condotti in azienda con il bio polimero di bio-on fanno parte dell’impegno sull’innovazione nei materiali - ha commentato Mariacristina Gherpelli, amministratore delegato dell’azienda reggiana -. Siamo rimasti sorpresi dalla flessibilità d’uso di questo materiale che risulta anche molto gradevole da vedere e toccare e dalle sue caratteristiche strutturali”.
Soddisfatto dei risultati è Marco Astorri, CEO e co-fondatore di bio-on: “Abbiamo 6 laboratori nel mondo ma i risultati ottenuti dall’industria sono per noi fondamentali. Ancora di più in questo caso perché arrivano da un’azienda che lavora con le materie plastiche da 41 anni e ha dimostrato di essere sempre al vertice dell’innovazione tecnologica e leader nel metal replacement”.
Bio-on è una Intellectual Property Company: non produce biopolimeri, ma fornisce la tecnologia per produrre o utilizzare PHAs sulla base di una licenza che limita l’uso ad un territorio o ad una specifica area commerciale. Il processo brevettato dall’azienda bolognese consente di ottenere plastiche biodegradabili naturalmente in acqua e suolo al 100% partendo da residui di produzione dello zucchero, da barbabietola e canna (in Italia in collaborazione con Co.Pro.B.) senza far uso di solventi chimici organici.
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