Alla scoperta del pallone ufficiale dei Mondiali di calcio del Brasile. Esordio questa sera allo stadio di San Paolo.
12 giugno 2014 09:51
Ci sono voluti quasi tre anni per metterlo a punto, tra ricerca, ottimizzazioni e test sul campo, ma il vero banco di prova sarà questa sera allo stadio di San Paolo, per il calcio di inizio dei Mondiali 2014.
Brazuca, il pallone ufficiale di FIFA World Cup Brazil 2014 è stato sviluppato, come i precedenti, da Adidas, ma questa volta il produttore ha voluto andare sul sicuro, facendo testare la palla ad oltre 600 calciatori di trenta diverse squadre prima di dare il benestare, tra cui assi del calibro di Lionel Messi, Bastian Schweinsteiger e Zinedine Zidane. E’ ancora vivo il ricordo di Jabulani, versione sviluppata per i mondiali di calcio del 2010 in Sudafrica, odiato dai portieri per le traiettorie imprevedibili.
Il pallone è formato, nella parte più esterna, da 6 pannelli simmetrici (contro i 16 o 32 delle palle tradizionali) che uniti compongono la sfera, la cui superficie è stata studiata per conferire grip, controllo, stabilità e aerodinamica in campo. Meno pannelli significano meno cuciture e, quindi, minore capacità di assorbire l’umidità. Brazuka è anche molto colorato, vista l’ambientazione dell’evento, con motivi in blu, rosso e verde su sfondo bianco.
Anche in Brazuca c’è molta tecnologia chimica, frutto della trentennale collaborazione tra Adidas e Bayer MaterialScience, che ha fornito gran parte dei materiali, dalle materie prime poliuretaniche agli adesivi.
Il pallone si compone di una camera d’aria di lattice ricoperta da un tessuto tecnico che serve come substrato per i cinque strati più esterni, che conferiscono al pallone le proprietà meccaniche ed aerodinamiche, la resistenza all’assorbimento di umidità, la stabilità dimensionale nel tempo e, in particolare, la sua forma sferica.
I cinque strati sono basati su materie prime poliuretaniche Impranil di Bayer: dall’interno all’esterno troviamo prima di tutto un rivestimento adesivo che funge da connessione tra il tessuto e i materiali plastici, quindi poliuretano espanso spesso un millimetro, che conferisce alla sfera l’elasticità necessaria a riprendere la forma iniziale dopo il contatto con il piede del calciatore, in modo da rendere più precisa e stabile la traiettoria in volo. Gli ultimi tre strati, costituiti da poliuretano in differenti spessore, formano la pelle: il loro scopo è conferire resistenza agli agenti atmosferici e all’abrasione, contribuendo in parte anche alle proprietà elastiche.
Le 6 sezioni che compongono la sfera sono unite tra loro attraverso una tecnologia brevettata di termofissaggio, utilizzando uno speciale adesivo che si attiva con il calore basato su materie prime Dispercoll U di Bayer.
Brazuca farà dimenticare Jabulani? Lo scopriremo nei prossimi giorni…
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