Quattro associazioni europee propongono di definire meglio alcuni punti del programma europeo sul riciclo dei rifiuti.
15 luglio 2014 05:15
La Commissione Europea ha presentato nei giorni scorsi un piano (“Towards a circular economy: A zero waste programme for Europe”) per favorire l’economia circolare anche attraverso nuovi e più ambiziosi obiettivi di riciclo: 70% dei rifiuti urbani e 80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, il divieto di conferire in discarica i rifiuti riciclabili.
La proposta è stata accolta in modo favorevole dai riciclatori, che chiedono però alla Commissione di specificare meglio alcuni punti del programma. Una richiesta in tal senso arriva da quattro associazioni che si occupano del riciclo di plastiche (Plastics Recyclers Europe, PRE), carta (CEPI), metalli non ferrosi (Eurometaux) e industrie della rigenerazione (GEIR).
Nella nota, le quattro organizzazioni dichiarano di apprezzare molti punti del programma, quali il bando progressivo al conferimento in discarica, una migliore raccolta e presentazione dei dati di riciclo, nuovi criteri per l’esportazione dei rifiuti e il contrasto al traffico illegale, collegamento tra innovazione e nuovi obiettivi di riciclo.
Ci sono però alcuni punti da chiarire, a cominciare dalla stessa definizione di riciclo, che le associazioni ritengono troppo vaga, con il rischio di creare confusione con altre fasi del processo come la raccolta, la selezione e il pretrattamento dei rifiuti, portando ad errori di calcolo nel raggiungimento degli obiettivi. “Bisognerebbe chiarire che per riciclo si intende una trasformazione e rigenerazione di elevata qualità come contributo all’efficienza nell’uso delle risorse e alla maggiore disponibilità di materie di valore”. Da qui la proposta di modificare la metodologia per il calcolo dei tassi di riciclo.
Un secondo punto da chiarire riguarda la qualità - e non solo la quantità - nelle fasi di raccolta, selezione e riciclo delle diverse frazioni di materiali, con un approccio più centrato sul prodotto finale del processo.
Non manca un riferimento alla definizione di rifiuto e fine dello stato di rifiuto, in relazione al trattamento con elevati standard qualitativi per evitare che lo stato di ‘end-of-waste’ possa essere utilizzato per esportare fuori dalla UE materiali non adeguatamente trattati.
Infine, le quattro associazioni ritengono che elevati ed ambiziosi obiettivi di raccolta e riciclo possano essere un driver importante per l’intero settore.
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