Otto ore di sciopero a livello territoriale e possibilità di uno sciopero generale a novembre.
25 settembre 2014 16:16
Il piano di riconversione della chimica ENI e il fermo del cracking di Porto Marghera non sono piaciuti ai sindacati, che oggi hanno proclamato otto ore di sciopero a livello territoriale, minacciando uno sciopero generale a novembre se il gruppo milanese continuerà a mantenere una “posizione di rigidità”.
L’accusa rivolta ai vertici del “cane a sei zampe” è di non aver dato seguito agli interventi previsti dal verbale di incontro del 31 luglio scorso a Roma, avallato dalla firma del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.
Il pacchetto, deciso dal Coordinamento nazionale FilctemCgil, FemcaCisl e UiltecUil, prevede otto ore di sciopero a livello territoriale, oltre allo sciopero delle flessibilità di orario ed organizzative per tutto il mese di ottobre.
“Il disegno del management – si legge in una nota congiunta - rappresenta plasticamente una dismissione violenta della presenza industriale Eni in Italia attraverso la chiusura del cracking di Porto Marghera, che rischia di provocare effetti devastanti sull’intera area produttiva del quadrilatero padano, della raffineria di Gela, la vendita della raffineria di Livorno e la probabile dismissione di quella di Taranto, insieme alla decisione di procedere alla cessione di ramo d’azienda a Sarroch”.
“L’Accordo di programma per Porto Torres – prosegue la nota - non va avanti e finora sono state investite risorse ben al di sotto dei previsti 1,2 miliardi di euro, comprese le bonifiche, che rischiano di compromettere la prospettiva di uno sviluppo e la credibilità della ‘chimica verde' in Italia. Le stesse criticità riguardano l’impianto di Priolo, dove gli investimenti previsti rallentano, rischiando di compromettere gli accordi sulle prospettive industriali di quell'area, oltre a fare una puntuale verifica sullo stato delle risorse destinate al risanamento ambientale”.
“Il Coordinamento – conclude la nota - si riserva, a fronte del permanere di una posizione di rigidità del gruppo Eni, di indire uno sciopero nazionale con manifestazione a Roma da tenersi nella prima settimana di novembre”.
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