16 dicembre 2015 07:23
Qualche giorno fa abbiamo riportato la notizia che la campagna pubblicitaria “I soliti sospetti” lanciata nei mesi scorsi da Pro.mo è stata giudicata ingannevole dal Giurì dello IAP, Istituto dell’Autodisciplina pubblicitaria con la pronuncia 95/15 (leggi articolo).
Potendo leggere il dispositivo in forma integrale, pubblicato sul sito di Assobioplastiche (scarica il documento), si capiscono anche le ragioni che hanno portato l’organismo di autodisciplina pubblicitaria a bocciare il messaggio, che - ricordiamo - compara le stoviglie monouso in plastica tradizionale con quelle compostabili.
OGGETTO DELLA SENTENZA. Il Giurì non può esprimersi sulla virtù dei diversi materiali e nemmeno verificare se la ricerca di LCA è conforme ai criteri ISO, ma deve limitarsi a valutare se lo studio sia stato condotto in modo appropriato; per altro, quest’ultimo criterio - si legge nella sentenza - “non risulta manifestamente assente”. Non viene neanche criticato l’uso della pubblicità comparativa sull’impatto ambientale dei diversi tipi di plastiche basato su analisi LCA, che tiene conto dell’intero ciclo di vita dei prodotti.
PERCHE' INGANNEVOLE. Il messaggio è stato quindi bollato come “ingannevole”, non per il contenuto scientifico della ricerca, ma perché non viene chiaramente esplicitato che l’oggetto dello studio, ovvero il bilancio ambientale dei diversi prodotti, si basa sull’intero ciclo di vita del prodotto e non solo sul fine vita, potendo ingenerare confusione nei consumatori.
“Ove la suddetta precisazione non venga resa manifesta - si legge nella sentenza - il messaggio si presenta ingannevole perché il pubblico lo intende come riferito al ‘fine vita' e non all’intero ciclo, e quindi viene reso destinatario di una comunicazione parziale e, quindi, inveritiera nelle sue premesse metodologiche”.
ALCUNE AMBIGUITÀ DEL TESTO. Il Giurì ha anche censurato l’ambiguità di alcune definizioni riferite al miglior comportamento ambientale di “stoviglie e contenitori per alimenti” di materiali diversi, senza che i termini della comparazione siano immediatamente identificabili. “È ambiguo, e dunque ingannevole, il messaggio nella sua interezza perché giustappone, in un unico contesto, senza alcuna precisazione discrettiva, due comparazioni condotte tra prodotti diversi: la prima tra stoviglie in plastica tradizionale e stoviglie in plastica compostabile; la seconda tra stoviglie in plastica (tradizionale? O di che tipo?) e stoviglie in ceramica”.
Il Giurì riconosce inoltre che la valutazione dell’impatto ambientale di prodotti diversi, anche dello stesso comparto, è oggi materia particolarmente delicata.
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