13 gennaio 2016 07:30
Nessun passo avanti nel braccio di ferro tra ENI e sindacati sul futuro di Versalis. L’incontro tenutosi ieri al Ministero dello Sviluppo economico tra il Ministro Guidi, i vertici della società chimica milanese e i sindacati è stato interlocutorio e ha portato come unico risultato l’apertura di un tavolo di confronto sulla chimica, che potrebbe riunirsi entro la fine del mese.
Troppo poco per i sindacati, che al termine dell’incontro hanno confermato lo sciopero di otto ore di tutti i lavoratori ENI e Saipem il prossimo 20 gennaio.
LA POSIZIONE DI ENI. Di fronte al Ministro, Salvatore Sardo e Daniele Ferrari, rispettivamente presidente e AD di Versalis, hanno ribadito quanto già detto nei mesi scorsi, ovvero che ENI manterrà una partecipazione significativa a garanzia della realizzazione degli obiettivi, gli investimenti saranno portati avanti come pianificato, il perimetro industriale sarà garantito per almeno cinque anni e i livelli occupazionali per almeno tre anni, e che la società resterà italiana, con sede in Italia.
Non sono stati fatti i nomi dei potenziali acquirenti con i quali ENI sta trattando. Solo che “il partner dovrà avere la disponibilità e le competenze per permettere di scambiare o ampliare il portfolio delle tecnologie di Versalis così da generare nuove opportunità di sviluppo e investimenti”.
CONFERMATO IL PIANO 2015/2018. Nel corso dell’incontro, ENI ha confermato l’importanza del piano di strategico di Versalis, che ha consentito in pochi mesi di riportare i conti, in forte perdita da anni, a registrare risultati positivi già a partire dai primi 9 mesi del 2015.
La strategia di trasformazione, contenuta nel piano 2015/2018, è centrata sulla focalizzazione sulle specialità, sulla razionalizzazione ed efficienza delle operazioni, sullo sviluppo internazionale attraverso partnership strategiche con importanti operatori mondiali e sullo sviluppo della chimica verde. Il gruppo milanese si è dichiarato anche disponibile a continuare un dialogo costante con tutte le parti sociali, per illustrare in maniera puntuale le future evoluzioni.
SCETTICI I SINDACATI. Rassicurazioni che non hanno convinto i sindacati dei chimici. “ENI si deve fermare - si legge in una nota - perché in questa vicenda sono coinvolti 8 stabilimenti, 4 centri di ricerca e oltre 6.000 lavoratori. Noi non vogliamo che siano ceduti gli stabilimenti e chiediamo, anche al Governo, che la chimica venga assunta come questione di politica industriale: bisogna proseguire nello sviluppo del piano della chimica".
I rappresentanti dei lavoratori sollevano anche dubbi sul partner con cui ENI strarebbe trattando, SK Capital (il nome non è stato però confermato dai vertici del gruppo). “Non si può lasciare il destino di Versalis a un fondo con 18 dipendenti e 1 miliardo di fondo capitale creando un enorme problema di carattere sociale in tutta Italia sopratutto dopo gli abusi che l’azienda ha perpetrato a Priolo e Marghera”, commenta il Segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani.
TAVOLO APERTO AL MISE. Il Ministro non ha potuto che prendere atto delle diverse posizioni e impegnarsi a fissare una nuova riunione del tavolo in tempi brevi. “Il Governo - ha spiegato Federica Guidi - non intende smantellare la chimica in Italia. Pur nel rispetto dell’autonomia gestionale dell’Eni, seguiremo con attenzione gli sviluppi del piano relativo affinché si realizzi un progetto solido che fornisca prospettive di crescita e occupazionali".
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