3 febbraio 2016 07:30
Cinque aziende attive nella produzione di additivi oxobiodegradabili per materie plastiche hanno deciso di fondare una nuova associazione, Oxo-Biodegradable Plastics Federation (OBPF), con l’obiettivo di promuovere il corretto impiego di questi prodotti attraverso lo sviluppo di standard, regolamentazioni, linea guida sui materiali e una positiva interazione con l’opinione pubblica. In altre parole fare lobby per contrastare quella - senz’altro più agguerrita - dei produttori di bioplastiche.
CINQUE MEMBRI. L’associazione è stata fondata da alcuni tra i principali produttori internazionali di additivi oxo-degradabili: Wells Plastics (Regno Unito), Add-X Biotech (Svezia), EKMDevelopments (Germania), EPI (Canada) e Willow Ridge Plastics (Stati Uniti). Primo presidente è stato designato Gary Ogden di Wells Plastics.
Nel Regno Unito è attiva da qualche anno Oxo-biodegradable Plastics Association, che nel suo sito internet afferma di rappresentare 1.600 aziende tra produttori di additivi, distributori, trasformatori e utilizzatori di prodotti basati su questa tecnologia.
OXOBIODEGRADABILI. Gli additivi oxodegradabili (oxobiodegradabili, come preferiscono definirli i produttori) favoriscono la degradazione delle materie plastiche convenzionali attraverso la rottura delle lunghe catene polimeriche, che così possono essere più facilmente attaccate dai microorganismi presenti nel terreno.
I tempi di degradazione, non sempre ben definiti, sono comunque superiori ai 180 giorni fissati dalla norma europea UNI EN 13432 sulla compostabilità degli imballaggi, spesso utilizzata come riferimento per la biodegradabilità dei manufatti plastici.
In Italia, questi additivi sono stati al centro di una polemica in seguito all’entrata in vigore del bando sui sacchetti per la spesa non biodegradabili: prima che venisse chiarito dal legislatore che, per essere a norma, gli shopper devono essere compostabili in base alla norma UNI EN 13432, gli additivi oxodegradabili sono stati ampiamente utilizzati per produrre sacchetti in deroga al divieto.
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