29 aprile 2016 07:09
La buona notizia è che nei primi tre mesi dell’anno si è invertita la tendenza e il numero di fallimenti in Italia ha iniziato a scendere e non a più salire. È quanto si legge nell’Analisi dei Fallimenti in Italia elaborata da Cribis D&B, aggiornata a fine marzo, secondo cui le imprese che hanno portato i libri in Tribunale tra gennaio e marzo sono state 3.619, il 4,8% in meno rispetto al primo trimestre del 2015, quando i fallimenti raggiunsero quota 3.803. Se però rapportiamo il dato al 2009, ultimo anno prima della grande crisi, il numero di fallimenti mostra un impennata del 64%.
La notizia meno buona è che la contrazione ha riguardato soprattutto commercio ed edilizia, ma non il settore manifatturiero che - anzi - ha subito un leggero incremento. Nel commercio, infatti, i fallimenti nei primi tre mesi dell’anno sono stati 1.100 (-3,5% ), nell’industria 734 (+0,5%), nell’edilizia 684 (-13,7%) e nei servizi 540 (+3,4%%).
A livello geografico, la mappa tematica dei fallimenti è sovrapponibile a quella della densità delle imprese: non stupisce quindi che il maggior numero di fallimenti si registri in Lombardia, con 717 casi nei primi tre mesi del 2016 (pari a un quinto del totale), quindi Lazio (426 imprese chiuse) e Toscana (318 casi).
La Lombardia è anche la regione che ha pagato più la crisi, con 20.310 fallimenti dal 2009 ad oggi, contro i 9.700 del Lazio, che si colloca al secondo posto.
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