4 maggio 2016 08:10
I trasformatori europei di materie plastiche riuniti nella Polymers for Europe Alliance stanno tentando - a dire il vero con scarso successo - di ridurre i dazi sulle importazioni di materie plastiche, misura richiesta alla Commissione europea per far fronte all’ondata di fermi impianto per Forza maggiore che dal marzo dell’anno scorso è stata invocata ben 66 volte. I fermi hanno provocato l’anno scorso una scarsità di disponibilità di resine in Europa, che ha portato ad incrementi dei prezzi, nonostante le quotazioni del petrolio fossero - e lo sono ancora - ai minimi livelli.
Polymers for Europe Alliance, promossa da EuPC, l’anno scorso ha presentato 45 richieste di sospensione dei contingenti tariffari in sette stati membri e ha portato la questione all’attenzione di Bruxelles in vista della riunione dell’Economic Tariff Questions Group (ETQG) prevista nel luglio di quest’anno.
I trasformatori fanno notare che la penuria di materie prime pesa sulla competitività delle imprese e, in ultima analisi, rischia di metterle fuori mercato. Per questo chiedono di ripristinare il dazio al 3%, rispetto alla quota del 6,5% introdotta all’inizio del 2014, misura che incontra però la forte resistenza di alcuni produttori di polimeri.
Oltre a ciò, la sospensione o la rimozione delle tariffe doganali richiede la decisione unanime dei paesi membri, difficile da raggiungere. Regno Unito, Italia, Spagna e Portogallo - fa sapere l’associazione dei trasformatori - si sono già opposti alla richiesta di una riduzione delle tariffe al 3,5% per una modesta quota di materiali. Oltre tutto, anche se dovesse passare una riduzione dei dazi, i produttori europei di polimeri avrebbero il diritto di accedere a queste materie prime, privando così trasformatori della possibilità di risolvere direttamente i loro problemi di approvvigionamento.
In questo scenario - rileva Polymers for Europe Alliance - si avvicina l’estate e l’offerta di materie plastiche sta tornando corta. Non si è ancora ai livelli del 2015, per quanto concerne le dichiarazioni di Forza maggiore, ma il settore della trasformazione guarda con crescente preoccupazione alle disponibilità di commodities come polietilene e polipropilene. Per questo ritiene necessario riesaminare le regole attraverso un emendamento all’attuale normativa, ritenuta l’unica strada per superare un sistema ingiusto, che non protegge la competitività dell’industria trasformatrice europea, settore che impiega 1,6 milioni di addetti per un giro d’affari intorno ai 380 miliardi di euro.
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