9 marzo 2017 18:39
Il Tribunale di Ivrea ha dichiarato il 3 marzo scorso il fallimento della Sandretto di Pont Canavese, storico costruttore di presse ad iniezione, accogliendo la richiesta dei sindacati e respingendo quella della proprietà (Photonike) di poter accedere al concordato preventivo.
La notizia è stata data dalla Fiom-Cgil, che ha accolto favorevolmente la notizia: “Ora si può aprire un confronto, oltre che con il Curatore, anche con la Regione, che per altro aveva acquisito il marchio, sull’eventuale rilancio del sito di Pont, e quindi la possibilità di ricollocare i lavoratori licenziati e messi in mobilità che, a lungo hanno presidiato i cancelli della loro azienda per preservare il loro posto di lavoro ed un patrimonio industriale di tutto il territorio”, ha spiegato Fabrizio Bellino, responsabile del Canavese della Fiom-Cgil.
La storia recente di Sandretto è segnata da numerose crisi industriali e altrettanti salvataggi, mai andati a buon fine. Fondata nel 1946, dopo la prima crisi a metà degli anni ’90, l’azienda piemontese è passata prima sotto il controllo di Cannon, poi del gruppo americano Taylor’s HPM, quindi dei brasiliani della Romi, che l’hanno rivenduta nel 2015 al gruppo belga Photonike. Quest’ultimo alla fine dell’anno scorso ha messo in liquidazione la società avanzando domanda di concordato preventivo, respinta ieri dal tribunale, che ha nominato curatore fallimentare Leonardo Marta.
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