26 settembre 2017 07:53
Le recenti limitazioni imposte dal governo cinese all’importazione di rifiuti plastici di bassa qualità inizia ad avere qualche riflesso in Europa, dove questi materiali in eccesso iniziano ad accumularsi.
Secondo Ton Emans, presidente di PRE - Plastics Recyclers Europe, federazione europea dei riciclatori di materie plastiche, si tratta di un brusco ritorno alla realtà, dopo che per anni gli impianti di trattamento hanno beneficiato di una soluzione a basso costo per smaltire i rifiuti plastici raccolti e selezionati in modo approssimativo, scarsamente appetibili per i riciclatori europei. “Questa pratica sleale sotto l’aspetto economico, sociale e ambientale è al limite dei requisiti normativi imposti dalla Direttiva rifiuti - nota Emans -. Chi esporta deve infatti dimostrare che i rifiuti siano stati trattati nel rispetto dei requisiti comunitari”.
Secondo il presidente di PRE l’eccedenza non può essere completamente assorbita nell’Unione europea perché non soddisfa i requisiti qualitativi richiesti dai riciclatori europei di materie plastiche.
L’associazione chiede quindi che, con urgenza, venga implementato in Europa un più realistico e sostenibile mercato dei rifiuti. E ciò si può fare solo innalzando la qualità dei materiali recuperati, attuando cambiamenti nella progettazione dei manufatti per il riciclo, nella loro raccolta e selezione, anche attraverso un piano di investimenti per aumentare l’efficienza degli impianti di trattamento.
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