1 marzo 2018 08:07
Unicoop Firenze devolverà i ricavi della vendita di sacchetti ultraleggeri per ortofrutta in bioplastica (Mater-bi di Novamont), pari un centesimo di euro al pezzo, al progetto sperimentale “Arcipelago Pulito” presentato nei giorni scorsi da Regione Toscana, Ministero dell’ambiente, Unicoop Firenze, Legambiente, l’Autorità portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Labromare, Direzione marittima della Toscana, Revet e la cooperativa di pescatori Cft.
PESCATORI SPAZZINI DEI MARI. Della durata di sei mesi, il progetto interessa i trecento chilometri quadrati di mare tra Livorno e Grosseto, nel cuore dell’Arcipelago toscano e del Santuario dei cetacei, coinvolgendo i pescatori nel recupero dei rifiuti plastici intrappolati nelle reti per la pesca a strascico. Invece di ributtarli in mare - come erano costretti a fare per legge (non avendo autorizzazioni per il trasporto e trattamento) - i pescatori potranno riportare i rifiuti in porto, dove saranno recuperati.
ANCHE A FINI SCIENTIFICI. Arcipelago Pulito avrà anche un valore scientifico: servirà infatti a raccogliere ulteriori dati sulla quantità e tipologia di rifiuti plastici dispersi in mare. In base ai risultati della sperimentazione, inoltre, il programma potrebbe essere reso strutturale, e sarà accompagnato da una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini e consumatori, in modo da prevenire il marine litter alla fonte.
PRIMO PASSO LA FORMAZIONE. Si parte a marzo con la formazione dei pescatori, per poi proseguire in mare tra la primavera e l’estate, per un periodo di sei mesi. All’inizio saranno coinvolte una decina di imbarcazioni di grandi dimensioni di Cft, ma - in seguito - potrebbero essere utilizzate anche le barche più piccole delle ventiquattro in forza alla cooperativa. Su ciascuna sarà installato un contenitore, separato, dove stivare i rifiuti che al ritorno in porto saranno conferiti in un’area circoscritta, già individuata; qui saranno analizzati e classificati da tecnici per poi essere destinati al riciclo o allo smaltimento. Il compito di Revet sarà proprio quello di effettuare la selezione dei rifiuti marini, avviando a riciclo la parte riciclabile ed a smaltimento quella non riciclabile.
L’esperimento interessa inizialmente Livorno ma è replicabile ovunque: in questo senso, l’interesse e il coinvolgimento del Ministero dell'Ambiente potrebbe trasformare il progetto da locale a buona pratica nazionale.
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