20 aprile 2018 07:52
In occasione della Milano Design Week, si riaffaccia quest’anno Poliuretano-è, il brand con cui alcuni produttori italiani di poliuretano espanso flessibile aderenti ad Aipef stanno cercando di promuovere questo materiale e le sue prestazioni nel mondo dell’arredamento e del design, dove è utilizzato da decenni, anche se non sempre i consumatori ne sono coscienti.
L’installazione Soft + Hard foams, visibile fino al 22 aprile 2018 in via Tortona 12 a Milano, mostra proprio queste potenzialità attraverso l’esposizione di cubi di diverso colore, densità e portanza - alcuni in poliuretano flessibile tradizionale, altri in viscoelastico ad effetto memory foam - con differenti lavorazioni superficiali per evidenziare le diverse possibilità applicative.
La produzione europea di poliuretano espanso flessibile ha registrato nell’ultimo anno un incremento del 12,6% passando da 858.000 a 967.000 tonnellate. L’Italia con circa 100.000 tonnellate trasformate - in declino rispetto alle 140mila ton dei tempi d’oro - copre poco più del 10% della produzione europea, ma si conferma leader di mercato per qualità e attenzione all’innovazione, soprattutto nel mondo dell’arredo e design. In termini di volumi, grazie soprattutto alla delocalizzazione dell’industria automotive - il poliuretano flessibile trova applicazione nei sedili, volanti, cruscotti, rivestimenti dell’abitacolo - la Polonia è oggi il maggior produttore continentale, con 205.000 tonnellate trasformate (19,7%) seguita dalla Turchia con 136.000 tonnellate (13,1%).
“La qualità del poliuretano italiano ci viene riconosciuta a livello europeo – commenta Marco Pelucchi, Presidente di Aipef e general manager di Pelma (nella foto) – una sorta di ‘made in Italy’ che affonda le sue radici non solo nella capacità tecnologica della produzione, ma soprattutto nella capacità di generare prodotti innovativi. Ognuna delle nostre aziende produce qualcosa come 150 tipologie di prodotti diversi”.
Ma la varietà di prodotti non è l’unica sfida che i trasformatori di questo materiale si trovano oggi ad affrontare: secondo Pelucchi, un limite alla crescita del settore è rappresentato oggi dall’elevato costo delle materie prime, soprattutto del TDI, che negli ultimi due anni ha registrato un notevole incremento, fino al 150%; un trend al rialzo che prosegue anche in questi mesi. Il che potrebbe portare alcuni produttori di materassi e imbottiti a riconsiderare l’utilizzo del molleggio - che in questi anni era stato rimpiazzato con poliuretano flessibile -, magari abbinato ad un materassino di viscoelastico. Oppure, quando possibile (per prodotti di bassa qualità), si riducono le densità o gli spessori, mettendo però a rischio uno dei plus di questo materiale, il confort.
"Eppure - sottolinea Pelucchi - non è questione di shortage: basta infatti un impianto TDI da 300mila tonnellate per coprire il fabbisogno dei trasformatori europei".
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