15 giugno 2018 08:45
Oltre milleseicento clienti provenienti da 48 paesi, tra cui settanta italiani, hanno animato il 13 e 14 giugno scorsi la celebrazione dei primi dieci anni di Battenfeld nel gruppo Wittmann (e i settant’anni dal lancio della prima pressa del marchio austriaco, avvenuto nel 1948), evento accompagnato da visite agli stabilimenti del gruppo, seminari e una esposizione delle tecnologie più avanzate nello stampaggio tecnico di materie plastiche.
Non sono mancate anche alcune anteprime, come il primo prototipo della nuova generazione di macchine verticali VPower (nella foto), la versione da 500 tonnellate della serie EcoPower Xpress per stampaggio veloce e una tavola rotante con azionamento servoelettrico del diametro di 2.000 mm, montata su una pressa MacroPower (leggi articolo). Festeggiamenti culminati con una cena di gala tenutasi a Vienna alla presenza di un migliaio di ospiti.
A fare da anfitrioni i tre protagonisti del salvataggio e del rilancio del marchio Battenfeld: Werner Wittmann, fondatore e ancora oggi CEO del gruppo, il figlio Michael e Georg Tinschert, managing director delle attività nelle presse ad iniezione, entrato in Battenfeld in piena crisi finanziaria.
“Wittmann ha avuto dieci anni fa l’opportunità di rilevare Battenfeld - ha spiegato Werner Wittmann, ripercorrendo gli ultimi anni di storia della società -. Ho voluto cogliere questa opportunità con l’obiettivo di integrare l’offerta di attrezzature per lo stampaggio ad iniezione. È stata la prima volta che un costruttore di attrezzature ausiliarie ha acquisito un fornitore di presse, di solito avviene il contrario”.
Con l’introduzione delle verticali VPower, Wittmann Battenfeld ha completato il rinnovamento dell’offerta di presse ad iniezione, che ora spazia dal microstampaggio alle grandi macchine MacroPower con forza di chiusura fino a duemila tonnellate; presse che possono essere equipaggiate con sistemi di automazione, termoregolazione, alimentazione e dosaggio dei granuli - fino ad arrivare ai granulatori - realizzati all’interno del gruppo, con indubbi vantaggi in termini di compatibilità e integrazione plug&play (collega e accendi), interconnessione dei reparti (Industria 4.0) e i servizi di assistenza.
Completato l’aggiornamento del portafoglio, il gruppo austriaco si sta ora concentrando sugli impianti produttivi: prosegue il piano di espansione del principale stabilimento, quello di Kottingbrunn, in Austria, dove sono stati di recenti installati nuovi impianti per l’assemblaggio in linea (che hanno sostituito le isole di montaggio) di macchine di piccola e media taglia (da 120 a 350 tonnellate); altri interventi sono in corso in Germania, dove vengono costruiti robot e sistemi di automazione. Interventi necessari per adeguare l’offerta alla forte crescita della domanda registrata negli ultimi anni. Oggi infatti, tra lo stabilimento austriaco e quello ungherese, la capacità produttiva di macchine ad iniezione si attesta intorno al migliaio di unità l'anno, un volume che a stento riesce stare dietro agli ordini.
I numeri confermano lo stato di buona salute del gruppo austriaco: le vendite hanno raggiunto l’anno scorso 403 milioni di euro, in crescita del +6,7% rispetto al 2016, dei quali 176 milioni ottenuti dalla vendita di presse. Un bel salto rispetto ai 150 milioni di euro, a livello di gruppo, realizzati nel 2009, in piena crisi, quando le vendite crollarono in un solo anno del 40%, per poi riprendersi ed imboccare la strada della crescita, che dal 2010 non si è più interrotta, con uno sprint di quasi il 20% registrato tra il 2014 e il 2015.
Battenfeld può dire grazie a Werner Wittmann se non ha fatto la fine di altri costruttori di presse, che all’inizio del nuovo secolo - o qualche anno più tardi - hanno dovuto chiudere i battenti per il crollo della domanda o per meri problemi finanziari, alcuni dei quali italiani.
Un salvataggio fortemente voluto dal governo austriaco, che - all’inizio del 2008, di fronte al rischio di chiusura - ha fatto di tutto per agevolare il passaggio dell’azienda, con i suoi 400 addetti, al gruppo Wittmann, mettendo al primo posto la salvaguardia del potenziale industriale e dell’occupazione rispetto ai risvolti burocratici e giudiziari dell’operazione.
Ma Werner Wittmann non si è limitato a fare un favore ai politici: ha rilevato Battenfeld in un momento difficile, credendo fortemente nel potenziale dell’azienda e di chi ci lavorava, investendo in dieci anni oltre 45 milioni di euro per il rilancio e l'integrazione, fino a rendere oggi il gruppo uno dei principali player - e non solo a livello europeo - nella fornitura di macchinari e attrezzature per la trasformazione di materie plastiche.
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