31 ottobre 2018 10:13
Federchimica ha presentato ieri a Milano il 24° rapporto Responsible Care, documento che testimonia l’impegno preso a livello mondiale, su base volontaria, dall’industria chimica a favore di salute, sicurezza e ambiente.
Nel nostro paese, il programma è stato adottato da 1.651 imprese associate a Federchimica, che con 30,3 miliardi di euro rappresentano il 55% del fatturato aggregato dell’industria chimica in Italia. Per sicurezza, salute e ambiente le imprese aderenti a Responsible Care spendono ogni anno il 2,6% del proprio fatturato e realizzano investimenti pari a circa il 20% del totale investito.
I risultati confermano come la chimica eccella a livello industriale nella sicurezza e nella salute dei dipendenti, lasciandosi ormai alle spalle l’immagine di un comparto sporco e inquinante.
Come è stato rilevato ieri, l’industria chimica italiana è già in linea con gli obiettivi UE sui cambiamenti climatici al 2020 e al 2030, ha ridotto i gas serra del 61% e migliorato l’efficienza energetica del 55% rispetto al 1990. Rapportate a 30 anni fa, inoltre, le emissioni in atmosfera ed effluenti negli scarichi idrici si sono drasticamente ridotte, scendendo rispettivamente del 95% e del 78%.
La chimica si sta anche impegnando nella transizione verso l’economia circolare, prevenendo per quanto possibile la produzione di rifiuti, di cui il riciclo è la prima modalità di smaltimento (24%), mentre alla discarica si ricorre solo nel 9% dei casi.
“Dobbiamo affermare apertamente e con determinazione che la chimica è un modello di sviluppo sostenibile - commenta Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica (nella foto) -. Siamo un riferimento di sostenibilità, non solo per i risultati ottenuti, ma anche per il ruolo propulsore che, in quanto infrastruttura tecnologica, svolgiamo per tutti i settori industriali. I prodotti chimici sono impiegati in tutte le attività economiche, dall’industria all’agricoltura, dai servizi ai consumi delle famiglie e contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale di chi li utilizza, siano essi imprese o consumatori”.
“Questi risultati - aggiunge Lamberti - sono particolarmente significativi, considerato che sono stati raggiunti in un contesto istituzionale molto difficile, non solo per la caduta del mercato interno, ma soprattutto per le inefficienze e gli oneri del Sistema Paese che, purtroppo, rappresentano ancora un ostacolo per la nostra attività”.
Nel corso della mattinata in Federchimica, sono stati conferiti a tre aziende italiane i premi Responsible Care per progetti di sostenibilità. Arkema è stata premiata per Safety Academy, un progetto di formazione per la condivisione dei valori e degli obiettivi di sicurezza in un contesto aziendale variegato a causa di recenti acquisizioni e riorganizzazioni. Nel programma sono stati coinvolti tutti i dipendenti dei sette stabilimenti italiani del gruppo. La formazione comprende la discussione di una “Learning Map”, ovvero un percorso per raggiungere l’obiettivo zero infortuni., con feedback positivi: negli ultimi tre anni, gli indicatori infortunistici sono migliorati significativamente.
Bracco Imaging è stata premiata per il progetto di revamping illuminotecnico del sito di Torviscosa, un nuovo sistema di illuminazione basato su lampade a LED dotate di regolatore di intensità e di direzione del flusso luminoso. Inoltre, L’Oréal Italia ha ricevuto il riconoscimento per lo stabilimento di Settimo Torinese, a zero consumo di acqua: da gennaio di quest’anno, l'impianto consuma acqua unicamente come materia prima nei prodotti e non per altri usi.
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