7 marzo 2019 08:45
Nell’ambito della campagna Plastic Free Oceans, la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi ha consegnato al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa un appello che riporta in calce 720mila firme di cittadini italiani per accelerare la messa al bando dei prodotti di plastica monouso in Europa e in Italia.
QUATTRO PUNTI. In particolare, la petizione consegnata a Costa chiede una riforma in 4 punti del nostro ordinamento, che riguarda i prodotti monouso, gli imballaggi, le microplastiche e le reti fantasma.
Nel primo punto si chiede all’Italia di anticipare i contenuti della Direttiva comunitaria, in dirittura di arrivo, mettendo al bando dieci prodotti di plastica monouso, tra cui posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini. Al secondo chiede l’introduzione di una cauzione sugli imballaggi di plastica e la creazione di circuiti che ne favoriscano il riciclo.
Il terzo punto riguarda la messa al bando, entro il 2025, di tutti i prodotti contenenti microplastiche, a cominciare dai detergenti. Infine, WWF vuole un censimento degli attrezzi da pesca “fantasma” (reti, lenze, nasse, ecc.) abbandonati in mare, favorendo il loro recupero e il loro conferimento in strutture portuali.
TRATTATO CONTRO IL MARINE LITTER. Altre 270mila firme sono state raccolte fino ad oggi (ma la campagna prosegue) dall’associazione ambientalista per sostenere un Trattato globale legalmente vincolante a livello mondiale per contrastare l’inquinamento marino da plastica.
“Abbiamo chiesto al ministro Costa di sostenere le richieste della nostra petizione globale ‘StopPlasticPollution' per un Trattato globale legalmente vincolante, dando supporto alla risoluzione che verrà proposta da 30 Paesi all’Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente (UNEA-4), che si svolgerà a Nairobi in Kenya a partire da lunedì 11 marzo - spiega Donatella Bianchi -. Chiediamo, inoltre, che l’Italia svolga un’azione diplomatica di convincimento verso gli altri Paesi europei e dei Paesi del Mediterraneo".
“C’è bisogno che tutti i Paesi del mondo si diano obiettivi globali e nazionali di riduzione dell’inquinamento marino da plastica, con tempi chiari e scadenze dettagliate, creando anche un panel intergovernativo di esperti (come è avvenuto per i cambiamenti climatici) e un fondo globale per fornire risorse economiche e tecniche ai Paesi meno ricchi per vincere questa battaglia”, aggiunge.
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