20 giugno 2019 07:48
É partito ufficialmente il primo giugno scorso il progetto di ricerca europeo Remadyl, che si propone di incrementare il riciclo di PVC eliminando le sostanze pericolose o non consentite presenti nei manufatti a giunti a fine vita, quali profili per serramenti, teloni e guaine dei cavi.
Si vuole così superare uno dei principali vincoli al riciclo di questo polimero nei beni durevoli, la presenza di 'legacy additives’, ovvero gli additivi aggiunti ai prodotti in PVC quando era consentito, ma oggi non più ammmessi dal regolamento Reach, come i plastificanti ftalati a basso peso molecolare (principalmente DEHP) e gli stabilizzanti a base di metalli pesanti (principalmente piombo). Di durata quadriennale, finanziata nell’ambito del programma quadro Horizon2020, la ricerca è coordinata dal Centre Scientifique & Technique de l’Industrie Textile Belge e sarà portata avanti da 15 partner europei, tra i quali il progetto volontario dell’industria del PVC Vinylplus e la società italiana di consulenza per la ricerca e l’innovazione Enco.
La ricerca si focalizzerà su un nuovo processo di "estrusione estrattiva” combinata con solventi di nuova generazione e filtrazione del fuso, in modo tale da trasformare il "vecchio PVC" in una nuova materia prima pronta per il riutilizzo.
Il processo potrebbe avere altre applicazioni, come ad esempio la rimozione di ritardanti di fiamma (alogenati) dai manufatti in materiale plastico.
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