Nei primi sei mesi dell’anno, la società biotech bolognese
Bio-on ha realizzato
ricavi per
917mila euro, di cui 767mila realizzati con terzi. Nello stesso periodo dell’anno scorso i ricavi totali erano ammontati a
6,12 milioni di euro. La significativa
flessione del
fatturato - si legge in una nota - è dovuta alla scelta aziendale di rallentare nella prima parte dell'anno 2019 le attività di
licensing nell'ottica di sviluppo dell'
attività produttiva diretta, "scelta con conseguenti implicazioni sulle attività di investimento e sviluppo”.
Il margine operativo lordo (
Ebitda), tra gennaio e giugno, risulta
negativo per
4.944.000 euro; escludendo i ricavi attribuibili al Gruppo Bio-on, l’Ebitda è negativo per 5.094.000 euro. Il dato si rapporta ad un risultato del primo semestre 2018 negativo per 2.376.000 euro. Il
risultato risulta così
negativo per
10,1 milioni di euro, contro una perdita di 2.959.000 euro nei primi sei mesi dell’anno scorso.
A partire da questa relazione semestrale, Bio-on ha deciso di distinguere i flussi di ricavi provenienti da terzi da quelli provenienti dal gruppo, anche in caso di joint-venture.
La
posizione finanziaria netta al 30 giugno 2019 è
negativa per
41milioni di euro, contro un passivo di 22,5 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso: il decremento di 18,5 milioni (-82%) è legato al completamento dell'impianto produttivo di
Castel San Pietro Terme e alle attività di sviluppo di nuove tecnologie su settori mass market e su settori applicativi avanzati.
Dopo la chiusura del semestre, il 25 settembre scorso la società bolognese ha siglato un
contratto di licenza esclusiva dei diritti di sfruttamento produttivo e commerciale della tecnologia
PHA nel settore
beverage, della durata di
30 anni, a fronte di un corrispettivo di
10 milioni di euro in due tranche: una entro la fine del 2019 (1 milione di euro), l'altra entro la fine del 2020 (9 milioni). Il contratto prevede altresì il diritto esclusivo di Bio-on di fornire il PHA necessario per realizzare i prodotti per il settore beverage e running royalty del 2% sul fatturato dei prodotti - realizzati con la tecnologia Bio-on - venduti a livello mondiale.
Il 30 settembre, inoltre, Bio-on e il partner finanziario hanno sottoscritto e versato gli a
umenti di capitale deliberati dalle joint-venture nel settore cosmetico e dell'oral care
Aldia e
Liphe, e queste hanno pagato l'entry fee prevista dai contratti di concessione in licenza della tecnologia per un ricavo proveniente da terzi pari a complessivi a 1,6 milioni di euro.
"Sono in corso numerose
altre trattative che hanno a oggetto fornitura del prodotto PHA, licenze di concessione di tecnologia (sia con riferimento alla costruzione di impianti produttivi di PHA sia con riferimento ad applicazioni del PHA per prodotti finiti) e
joint-venture che la società confida di poter concludere entro la fine del corrente esercizio - afferma Bio-on in una nota -. Le
trattative stanno purtroppo scontando un forte
rallentamento a causa dell'effetto sul mercato dei clienti e dei fornitori dell'attacco di luglio scorso da parte di
QCM circa la bontà della tecnologia sviluppata dalla Società e della capacità della stessa di concretizzarne la relativa fruibilità”. A luglio, la finanziaria newyorkese Quintessential Capital Management (QCM) aveva attaccato i vertici della società bolognese, mettendo in discussione la bontà del progetto industriale (
leggi articolo).
Per quanto concerne l’intero esercizio, il produttore di bioplastiche a base PHA prevede di
chiudere l'anno con ricavi netti da terzi pari ad almeno
20 milioni di euro, contro i circa 19 milioni di euro dell’esercizio 2018 (sempre da terzi), mentre l’
Ebitda atteso dovrebbe attestarsi ai circa
8 milioni di euro (11,8 milioni nel 2018).
Bio-on ha inoltre iniezione di elaborare un
nuovo piano industriale 2020-2024 e sta valutando l'ipotesi di avviare le procedure per il translisting dal mercato
AIM Italia al
MTA - Segmento Star.
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