L’
Assemblea nazionale francese ha votato lunedì scorso un
emendamento al progetto di legge sulla lotta contro i rifiuti e l'economia circolare (
antigaspillage o anti spreco) che punta a vietare l’immissione sul mercato di
imballaggi monouso in plastica entro il
2040.
Presentato da un deputato del partito La République En Marche (
LREM) fondato da Emmanuel Macron (attuale Presidente della Repubblica), il provvedimento, in prima lettura al Parlamento francese, riguarda tutti gli
imballaggi alimentari, i
flaconi e le
bottiglie in plastica per uso domestico e industriale. Prevede che ogni cinque anni vengano fissati obiettivi di riduzione, riutilizzo o riciclo, con l’obiettivo di arrivare ad un loro totale abbandono entro il 2040.
Immediata la replica di
Elipso, l’associazione dei produttori francesi di imballaggi in plastica, secondo la quale il divieto è
irrealistico e non considera le
conseguenze per i 38.000 lavoratori nel settore: "un tale sconvolgimento non può essere preso in tempi brevi, senza studi sugli impatti ambientali ed economici”, sottolinea. Inoltre, ricorda il presidente di Elipso,
Françoise Andres: "i benefici offerti dagli imballaggi in plastica, in termini di durata di conservazione degli alimenti, protezione dei prodotti e trasporto, non possono essere sostituiti senza costi aggiuntivi rilevanti per i consumatori”. L’associazione ricorda che, secondo uno studio elaborato qualche anno fa da
Denkstatt (
leggi articolo), la sostituzione di tutti gli imballaggi in plastica con altri materiali comporterebbe un incremento delle emissioni di gas serra di 2,7 volte.
L’industria francese di settore - conclude Elipso - si è impegnata nell’ambito della
Feuille de Route Économie Circulaire (FREC, roadmap per l’economia circolare) concordata col Governo a raccogliere e riciclare tutti gli imballaggi in plastica e di utilizzare una maggiore quantità di materiale riciclato, che negli ultimi anni è aumentata del 20%.
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