9 settembre 2021 18:06
Sull'introduzione di un obbligo ad utilizzare materiale riciclato negli imballaggi in plastica a livello UE, che ha ricevuto oggi il beneplacito dei produttori di materie plastiche riuniti in Plastics Europe (leggi articolo), i trasformatori europei riuniti in EuPC si dicono d'accordo, ma invitano alla cautela, temendo possibili colli di bottiglia nelle forniture di polimeri rigenerati, come in parte sta già avvenendo con l'rPET.
"Crediamo fermamente che l'obiettivo di aumentare il contenuto riciclato negli imballaggi fino a raggiungere il 30% entro il 2030 sia legittimo e realizzabile nella misura in cui la responsabilità venga condivisa dall'intera catena del valore", si legge in una nota diffusa da EuPC. Il richiamo è proprio ai produttori di materie plastiche, che - a loro volta - dovrebbero essere obbligati a immettere sul mercato europeo un volume corrispondente, in termini percentuali, di polimeri riciclati o circolari, per non far pesare tutto l'onere sui trasformatori.
"Finché i riciclati non saranno disponibili nelle quantità e qualità adeguate alla domanda del mercato - sottolinea Renato Zelcher, presidente di EuPC (foto a destra) - si profila un grande rischio per la qualità dei prodotti e divieti di commercializzazione per i nostri imballaggi in plastica. Nel settore del packaging alimentare, ad esempio, non vi sono ancora i presupposti tecnici e normativi per l'utilizzo di plastiche riciclate".
EuPC teme che senza uno scenario di contorno, possa essere messa a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di trasformatori di materie plastiche di medie dimensioni e di utilizzatori di imballaggi, insieme con i loro investimenti nella circolarità.
EuPC chiede anche - unendosi in questo a PlasticsEurope - che la UE e i governi nazionali riconoscano il riciclo chimico come alternativa a quello meccanico soprattutto dove i flussi di rifiuti sono mescolati e contaminati , tanto da non poter essere adeguatamente selezionati per essere poi riciclati meccanicamente. "EuPC accoglie le innovazioni nel riciclaggio e sostiene una concorrenza aperta ed equa tra le tecnologie, senza paraocchi ideologici", sottolinea l'associazione. Senza contare che i processi di riciclo chimico generano materiali di qualità pari al vergine, utilizzabili anche a contatto con alimenti.
Via libera al riciclo chimico, quindi, ma senza pregiudicare quello meccanico, che - sostengono i trasformatori europei - deve essere ulteriormente rafforzato anche attraverso un'adeguata progettazione (eco-design) e il miglioramento della raccolta differenziata, in termini di quantità e qualità.
Sulla percentuali di riciclato - spiega il direttore di EuPC, Alexandre Dangis (nella foto a sinistra) - la Commissione europea non ha presentato una proposta, ma sta ancora esaminando i diversi approcci normativi volti ad aumentare l'uso di plastiche rigenerate.
"Una prima proposta dovrebbe essere formulata entro fine anno - afferma -. Chiediamo che tutti gli approcci siano soggetti a una valutazione dell'impatto imparziale, condotta su basi scientifiche, al fine di evitare danni economici ed errori ambientali. I trasformatori di plastica sono aperti a discutere e a collaborare con i produttori di polimeri e con tutte le parti interessate, in parallelo con le attività della Commissione europea”.
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