13 gennaio 2022 14:11
Domani, 14 gennaio 2022, entra in vigore anche in Italia la Direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente, meglio conosciuta come Direttiva SUP. Diventa così vigente il divieto di commercializzare alcuni articoli monouso in plastica quali piatti e posate (ma non i bicchieri), cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, bastoncini cotonati e alcune tipologie di contenitori in polistirene espanso.
La legge di recepimento italiana (leggi articolo) introduce però alcune esenzioni che non sono state previste dal legislatore europeo: la prima riguarda i manufatti in materiale biodegradabile e compostabile destinati ad entrare a contatto con alimenti (quindi piatti, posate e contenitori), purché certificato secondo le norme UNI EN 13432 o UNI EN 14995, con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40% e, dal 1° gennaio 2024, superiori almeno al 60%, limitatamente ad alcune specifiche condizioni (leggi articolo).
La seconda deroga riguarda i rivestimenti in plastica di contenitori monouso in altri materiali, "aventi un peso inferiore al 10 per cento rispetto al peso totale del prodotto, che non costituiscono componente strutturale principale dei prodotti finiti".
Secondo l'associazione ambientalista Greenpeace, a causa di queste deroghe la legge italiana entra in contrasto con i dettami comunitari, tanto che un gruppo di ONG composto dalla stessa Greenpeace, oltre che da ClienthEarth, Ecos e Rethink Plastic Alliance, aveva presentato nei mesi scorsi un reclamo ufficiale alle autorità europee.
"La nuova legge europea rappresenta un’importante vittoria per l’ambiente e un primo passo importante per contrastare l’abuso di plastica usa e getta, ma l’Italia conferma ancora una volta di avere un approccio miope che favorisce solo una finta transizione ecologica - commenta Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia -. La direttiva offriva l’opportunità di andare oltre il monouso e la semplice sostituzione di un materiale con un altro, promuovendo soluzioni basate sul riutilizzo. Un obiettivo che è stato volutamente ignorato dal nostro Paese". "Ci auguriamo - continua Ungherese - che nelle prossime settimane l’Europa imponga al governo italiano le modifiche necessarie affinché prevalga la tutela dell’ambiente e della collettività anziché i meri interessi industriali. Purtroppo c’è il concreto rischio che venga avviato l’iter per una procedura d’infrazione".
L'associazione ambientalista lamenta inoltre il mancato accoglimento delle proposte contenute nel rapporto “Dalla riduzione del monouso in plastica alla riduzione del monouso: indicazioni per il recepimento della direttiva SUP in Italia”, che - afferma - sarebbero state condivise con il Ministero della Transizione ecologica durante le fasi consultive in merito al recepimento della direttiva, senza aver avuto alcun seguito nei fatti.
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