14 marzo 2023 08:45
Sulla proposta di un nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio, avanzata alla fine dall'anno scorso dalla Commissione europea (leggi articolo), interviene il Circular Economy Network (CEN), organismo costituito dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e sostenuto da un gruppo di imprese e organizzazioni attive in diversi settori economici.
In estrema sintesi, i punti principali del regolamento destinato a modificare la Direttiva 94/62/CE su imballaggi e rifiuti da imballaggio riguardano: il target del 15% di riduzione della produzione di rifiuti da imballaggio da raggiungere entro il 2040 (rispetto ai volumi del 2018) attraverso il potenziamento del riciclo, ma anche del riutilizzo; la riciclabilità di tutti gli imballaggi entro il 2030; l'introduzione di percentuali vincolanti di contenuto riciclato nei nuovi packaging in materiale plastico e l'adozione di sistemi di deposito su cauzione (DRS, Deposit Return System) per lattine e bottiglie in plastica.
Il tema è stato affrontato nelle scorse settimane dai membri del Circular Economy Network, che hanno elaborato un documento da inviare alla Commissione europea, contenente una serie di proposte di modifica volte ad “assicurare tempi e modalità per la praticabilità di alcuni obiettivi”, e una “migliore efficacia complessiva delle misure anche dal punto di vista ambientale”.
Per quanto concerne il deposito su cauzione, la posizione del CEN è molto critica: "Non c’è nessuna ragione per adoperarsi in Italia per istituire un sistema basato sul deposito cauzionale per i rifiuti d’imballaggio da avviare al riciclo - si legge nel documento -. Genererebbe nuovi e maggiori costi, o costi aggiuntivi, nonché confusione e difficoltà per i cittadini, i Comuni e le imprese che per 25 anni hanno organizzato, gestito, imparato a fare sempre meglio le raccolte differenziate dei rifiuti d’imballaggio raggiungendo la percentuale di recupero e riciclo dell’82,6% (il 71,9% avviati al riciclo) nel 2021”.
Il CEN interviene anche sulla contrapposizione tra riuso e riciclo dei contenitori. "Il Regolamento prevede che dal 2030 almeno il 20% (e dal 2040 l’80%) siano riutilizzabili e riutilizzati in un sistema di riutilizzo. Per esigenze sanitarie, tali contenitori dovrebbero essere sottoposti a processi di lavaggio, sterilizzazione e asciugatura". Secondo i relatori del position paper, le operazioni di preparazione per il riutilizzo, diffuse in un numero enorme di punti di vendita e di asporto, porterebbero al consumo di rilevanti quantità di energia, superiori a quelle necessarie per il riciclo di taluni contenitori monouso disponibili, con maggiori emissioni di CO2 e costi energetici più elevati.
In tema di contenuto di riciclato obbligatorio, nel documento viene chiesto di armonizzare i target con quelli introdotti di recente con il Regolamento UE relativo ai materiali in plastica riciclata destinati agli imballaggi per i prodotti alimentari, che prevede prescrizioni per il pretrattamento e la decontaminazione, applicabili però solo alle bottiglie in PET. Il CEN propone, quindi, di mantenere l’obbligo della quota minima di contenuto riciclato esclusivamente per le bottiglie in PET. Per tutti gli altri contenitori destinati agli alimenti – in PET e non –, andrebbe invece avviata una sperimentazione triennale su nuove modalità di raccolta e decontaminazione delle plastiche da impiegare come materiale riciclato.
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