20 settembre 2023 17:52

Circa un terzo delle aziende italiane della trasformazione di gomma-plastica si trova in Lombardia e una quota analoga riguarda gli addetti, fino a salire al 40% nel caso del fatturato. E non è solo una partita che si gioca in casa: la Lombardia è anche prima tra le regioni europee per numerosità di aziende, al quarto posto per numero di addetti dopo tre land tedeschi (Renania Vestfalia, Baviera e Baen-Wuttenberg) e sale in seconda posizione per l'export settoriale, dietro solo alla Renania Vestfalia. La Lombardia è anche l’unica regione, insieme alla Renania, ad aver registrato un aumento di addetti tra il 2012 e il 2020, indicatore di una vivacità imprenditoriale.

É quanto si evince dalla ricerca "La gomma plastica in Lombardia nel contesto europeo e italiano" presentata questa mattina da Assolombarda e Federazione Gomma Plastica, occasione per fare  il punto su opportunità e sfide da affrontare.

In termini assoluti, sono 3.700 le aziende lombarde della trasformazione gomma-plastica, con 60.700 addetti e 22,3 miliardi di fatturato, di cui 7,6 miliardi dall'export. La Lombardia stacca abbastanza nettamente anche gli inseguitori: Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna; nel complesso, queste quattro regioni rappresentano oggi il 63% delle unità locali e ben il 74% del fatturato nazionale del settore.

Se si aggiungono anche i comparti strettamente collegati, partendo dalle materie prime fino ad arrivare al riciclo, gli addetti salgono a 74mila, occupati in circa 4,4 mila unità, realizzando 30,9 miliardi di euro di fatturato e 7,4 miliardi di euro di valore aggiunto, che a sua volta genera circa 20 miliardi considerando anche l'indotto diretto e indiretto. Numeri che rendono quest'area d'Italia una vera eccellenza a livello manufatturiero e dovrebbero giustificare una maggiore attenzione da parte della politica.

“I dati della ricerca dimostrano quanto il comparto della gomma-plastica sia oggi un settore trainante della nostra economia - ha spiegato il Direttore Generale di Assolombarda, Alessandro Scarabelli, introducendo i lavori -. Certo: permangono ombre che non ci lasciano affatto sereni sulla congiuntura economica. È innegabile, infatti, che il conflitto russo-ucraino e le tensioni geopolitiche su larga scala continuino a rappresentare un fattore di instabilità".

Nel corso della tavola rotonda che ha seguito la presentazione della ricerca, si è messa ancor più in rilievo l'importanza delle plastiche in settori chiave come la cosmetica, la farmaceutica e le bevande. Tutti concordi a respingere l'ipotesi della plastics tax (che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2024), ma pronti a chiedere che siano rese disponibili maggiori quantità di materiale riciclato, sempre più richiesto dalle aziende e dai consumatori alle prese con la transizione verso l'economia circolare.

Nonostante vengano reimpiegate ogni anno in Italia 1,3 milioni di tonnellate di plastica riciclata, il divario tra la quantità di imballaggi in plastica raccolti (96% dell'immesso al consumo) e quella effettivamente riciclata è ancora molto alto.
Per chiudere questo gap e consentire all'Italia di soddisfare i nuovi obiettivi UE, Marco Bergaglio - Presidente di Unionplast - ha suggerito due strade: favorire l'ecodesign (progettazione per il riciclo) attraverso la definizione di linee guida chiare e condivise, così da aumentare la riciclabilità dei prodotti in plastica; in seconda battuta aprire le porte al riciclo chimico, normandolo a livello europeo e sbloccando così gli investimenti in nuovi impianti, pianificati ma non ancora partiti a causa dell'incertezza normativa.

La ricerca "La gomma plastica in Lombardia nel contesto europeo e italiano" è scaricabile QUI

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