20 novembre 2024 11:00
Mancano pochi giorni all'apertura del quinto e ultimo incontro (INC-5) per la redazione di un Trattato globale sulla plastica, in programma dal 25 novembre al 1 dicembre a Busan, in Corea del Sud; riunione che dovrebbe fissare i principali punti dell'accordo internazionale, legalmente vincolante, per porre fine o quanto meno contenere l'inquinamento da plastica entro il 2040.
In vista dell'apertura dei lavori, alcune associazioni del settore hanno diffuso le rispettive posizioni sui principi e contenuti di un possibile trattato vincolante.
PlasticsEurope, che rappresenta i produttori europei di materie plastiche, condivide l'obiettivo - ridurre l'inquinamento da plastiche - e non è pregiudizialmente contraria a un trattato internazionale, ma pone l'accento sull'ecodesign dei prodotti e sul recupero e riciclo dei rifiuti, piuttosto che su divieti più o meno mirati all'utilizzo di questo materiale.
"Riteniamo che la transizione verso un sistema di plastica circolare in cui tutte le applicazioni siano riutilizzate, riciclate e gestite responsabilmente, sia la chiave per affrontare il problema e per il successo dell’accordo - afferma Virginia Janssens (nella foto), Direttrice di Plastics Europe -. Il modo più efficace per accelerare questa transizione, sostenendo i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile e lotta al cambiamento climatico, è garantire che l’accordo attribuisca un reale valore ai rifiuti plastici, trasformandoli in una risorsa”.
Secondo l'associazione, l'accordo dovrebbe includere meccanismi di finanziamento sostenibile, come i sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), al fine di sbloccare gli ingenti investimenti pubblici e privati richiesti. Un tale approccio consentirebbe di prevenire le applicazioni più problematiche ed evitabili, quelle che provocano le maggiori dispersioni nell’ambiente, evitando al contempo ulteriori danni ambientali, sociali ed economici.
PlasticsEurope punta anche l'accento sulla necessità di individuare soluzioni specifiche alle diverse sfide ambientali. "Un approccio globale unico non funzionerà - sostiene Janssens -. L'accordo deve trovare il giusto equilibrio tra obblighi globali e misure nazionali"."Inoltre - aggiunge - i negoziatori dovrebbero evitare di prendere decisioni solo all'appparrenza attraenti, che potrebbero avere conseguenze ambientali e socioeconomiche negative, minando la capacità di implementare l’accordo. Da una prospettiva europea, è importante che l'accordo sostenga, piuttosto di ostacolare, la transizione del settore verso la circolarità e la competitività.”
Secondo i produttori di plastiche, l'accordo finale dovrebbe chiedere ai Paesi di sviluppare piani d'azione nazionali che includano obiettivi obbligatori per il riciclo e l’uso di materiali riciclati, stabilire un solido sistema di metriche per monitorare e valutare l'inquinamento da plastica e garantire la responsabilità di tutti gli attori coinvolti.
L'associazione europea della filiera delle bioplastiche, European Bioplastics, suggerisce ai negoziatori di differenziare l'approccio, fissando criteri separati per le plastiche certificate biobased, biodegradabili o compostabili rispetto a quelle convenzionali. Ciò agevolerebbe - si legge in una nota - una più equa competizione tra i materiali, consentendo alle bioplastiche di contribuire a mitigare l'inquinamento da plastica.
In un documento diffuso dal World Plastics Council - organizzazione mondiale dei produttori di materie plastiche - vengono proposte cinque raccomandazioni ai negoziatori riuniti a Busan, in linea con quelle elaborate a livello europeo: stabilire meccanismi di finanziamento sostenibile attraverso meccanismi EPR; adottare un approccio basato sull'applicazione per le plastiche ad alta dispersione, evitando misure generiche come i divieti; facilitare il commercio internazionale di materie plastiche riciclabili; dare priorità all'ecodesign dei prodotti adottando obiettivi di riciclo a livello nazionale; e riconoscere il ruolo cruciale del settore informale, responsabile del 60% della raccolta globale dei rifiuti plastici, promuovendo partenariati sostenibili con lindustria, i governi e il mondo accademico.
“Integrare la circolarità nell’intero ciclo di vita delle plastiche, dalla progettazione al riciclo, fino alla gestione responsabile del fine vita e sviluppare sistemi di gestione dei rifiuti adeguati allo scopo devono essere i pilastri dell’accordo - afferma Benny Mermans (nella foto), Presidente del WPC -. Creare un sistema in cui tutte le applicazioni delle plastiche siano riutilizzate, riciclate e gestite responsabilmente, anziché smaltite, è fondamentale per affrontare il problema dei rifiuti plastici. Il modo più efficace per raggiungere gli obiettivi dell’accordo, mantenendo l’utilità che le plastiche offrono alla società, è trasformare i rifiuti plastici in una risorsa".
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