Il costruttore bolognese, duramente colpito dalla crisi, ha sospeso a maggio la produzione, ma ha già trovato un potenziale investitore.
La crisi finanziaria è arrivata a Castel Guelfo nel momento sbagliato, a pochi mesi dall'inaugurazione del nuovo stabilimento che Techne aveva deciso di realizzare proprio perché gli affari andavano bene e sembrava ormai giunto il tempo di razionalizzare la produzione, distribuita su quattro diversi stabilimenti. Ma la fabbrica viene inaugurata 1° settembre 2008 e solo 15 giorni più tardi fallisce il colosso finanziario Lehman Brothers, data che segna l'inizio della crisi finanziaria poi divenuta industriale e globale.
Per Techne Technipack Engineering Italia inizia una stagione difficile, con le vendite che crollano in pochi mesi dai 33,7 milioni di euro del 2008 ai 19,4 milioni del 2009, mentre finanziariamente la società si trova esposta per 11 milioni di euro investiti nel nuovo impianto produttivo e altri 4,2 milioni nello sviluppo di una nuova generazione di macchine rotative.
"A maggio di quest'anno, le banche ci hanno negato la ristrutturazione del debito dal breve al medio termine e così abbiamo dovuto sospendere la produzione e mettere l'azienda in liquidazione – spiega a Polimerica, Moreno Minghetti, titolare e amministratore unico della società (nella foto a destra) -. Nonostante avessimo in portafoglio ordini per quasi 14 milioni di euro, sei milioni dei quali solo momentaneamente congelati".
"Da 25 anni eravamo abituati ad avere in costruzione una macchina nuova ogni settimana e di colpo gli ordini si sono fermati - aggiunge - Oltre il 90% della nostra produzione, costituita da impianti di fascia alta, sia per dimensioni che per contenuto tecnologico, era destinata all'esportazione, con clienti le principali multinazionali del packaging".
A differenza di altre aziende, fallite nel momento più acuto della crisi, Techne ha deciso di tutelare i propri fornitori, sospendendo la costruzione di nuove macchine (l'ultima è stata consegnata a maggio di quest'anno), ma garantendo ai clienti - oltre 250 in tutto il mondo - la fornitura dei servizi di assistenza e la vendita dei pezzi di ricambio, in attesa di trovare un investitore disposto a iniettare capitali freschi in azienda. "Volevamo un partner industriale e non solo finanziario - dichiara Minghetti -. Lo abbiamo trovato fuori dai confini nazionali e stiamo completando le trattative, che prevedo di chiudere con successo nel giro di 2-3 settimane". Massimo riserbo sul nome del potenziale investitore, salvo che si tratta di un importante gruppo nel settore del packaging "non italiano, ma comunque occidentale, in grado di offrire all'azienda una visibilità a livello mondiale".
Minghetti spera di poter riprendere all'inizio del 2011 la produzione a Castel Guelfo e costruire nel corso dell'anno una ventina di linee, per un fatturato di circa 17 milioni di euro. E, magari, di riportate al lavoro la cinquantina di addetti oggi in cassa integrazione straordinaria.
17 novembre 2010 08:37
Il costruttore bolognese, duramente colpito dalla crisi, ha sospeso a maggio la produzione, ma ha già trovato un potenziale investitore.
La crisi finanziaria è arrivata a Castel Guelfo nel momento sbagliato, a pochi mesi dall'inaugurazione del nuovo stabilimento che Techne aveva deciso di realizzare proprio perché gli affari andavano bene e sembrava ormai giunto il tempo di razionalizzare la produzione, distribuita su quattro diversi stabilimenti. Ma la fabbrica viene inaugurata 1° settembre 2008 e solo 15 giorni più tardi fallisce il colosso finanziario Lehman Brothers, data che segna l'inizio della crisi finanziaria poi divenuta industriale e globale.
Per Techne Technipack Engineering Italia inizia una stagione difficile, con le vendite che crollano in pochi mesi dai 33,7 milioni di euro del 2008 ai 19,4 milioni del 2009, mentre finanziariamente la società si trova esposta per 11 milioni di euro investiti nel nuovo impianto produttivo e altri 4,2 milioni nello sviluppo di una nuova generazione di macchine rotative.
"A maggio di quest'anno, le banche ci hanno negato la ristrutturazione del debito dal breve al medio termine e così abbiamo dovuto sospendere la produzione e mettere l'azienda in liquidazione – spiega a Polimerica, Moreno Minghetti, titolare e amministratore unico della società (nella foto a destra) -. Nonostante avessimo in portafoglio ordini per quasi 14 milioni di euro, sei milioni dei quali solo momentaneamente congelati".
"Da 25 anni eravamo abituati ad avere in costruzione una macchina nuova ogni settimana e di colpo gli ordini si sono fermati - aggiunge - Oltre il 90% della nostra produzione, costituita da impianti di fascia alta, sia per dimensioni che per contenuto tecnologico, era destinata all'esportazione, con clienti le principali multinazionali del packaging".
A differenza di altre aziende, fallite nel momento più acuto della crisi, Techne ha deciso di tutelare i propri fornitori, sospendendo la costruzione di nuove macchine (l'ultima è stata consegnata a maggio di quest'anno), ma garantendo ai clienti - oltre 250 in tutto il mondo - la fornitura dei servizi di assistenza e la vendita dei pezzi di ricambio, in attesa di trovare un investitore disposto a iniettare capitali freschi in azienda. "Volevamo un partner industriale e non solo finanziario - dichiara Minghetti -. Lo abbiamo trovato fuori dai confini nazionali e stiamo completando le trattative, che prevedo di chiudere con successo nel giro di 2-3 settimane". Massimo riserbo sul nome del potenziale investitore, salvo che si tratta di un importante gruppo nel settore del packaging "non italiano, ma comunque occidentale, in grado di offrire all'azienda una visibilità a livello mondiale".
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