Comunicato dell'azienda condannata nei giorni scorsi dall'AGCM per pubblicità ingannevole.
9 febbraio 2011 07:20
Italcom, società che distribuisce in Italia l'additivo ECM Masterbatch Pellet (aggiunto a normali termoplastiche ne accelera la biodegradazione), ha diffuso ieri una nota in risposta alle notizie pubblicate dai media dopo la sanzione inflitta alla società (insieme con Arcopolimeri e Ideal Plastik), dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato per pubblicità ingannevole.
Prendendo atto "della sanzione ricevuta da AGCM e dei suggerimenti da applicare per una comunicazione efficace e trasparente", la società ribadisce alcuni punti, in parte già contenuti nella memoria difensiva presentata all'Autorità.
In particolare, l’azienda dichiara che "le matrici polimeriche additivate con almeno 1% di ECM MasterBatch Pellets sono biodegradabili in tempi variabili (definiti dall’Istituto Superiore di Sanità 'medio lunghi'), ma comunque entro i 5 anni, in riferimento ai test UNI EN ISO 14855 in rispetto alla Direttiva EU 94/62 CE". Italcom afferma quindi che le plastiche additivate con ECM sono conformi ai requisiti di biodegradabilità indicati all’Art. 1, comma 1130 della legge 26 dicembre 2006 e successive modifiche, a cui devono far riferimento i sacchi da asporto merci.
La società sottolinea anche alcuni punti che emergono dalle dichiarazioni dell'Istituto Superiore di Sanità contenute nella sentenza:
1. La UNI EN 13432, che regola la compostabilità non è una norma vincolante e obbligatoria.
2. I test per certificare la biodegradabilità e la compostabilità sono UNI EN ISO 14855 e UNI EN 13432.
3. La conferma della biodegradabilità dei prodotti additivati con ECM, in tempi variabili a secondo del polimero di base utilizzato in tempi e percentuali differenti.
Per i non addetti ai lavori, va ricordato che le due norme indicate sopra - UNI EN ISO 14855 (Determinazione della biodegradabilità aerobica finale e della disintegrazione dei materiali plastici in condizioni controllate di compostaggio ) e UNI EN 13432 (Imballaggi – Requisiti per gli imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione) - hanno molti punti in comune, ma non sono equivalenti: la UNI EN 13432, rivolta espressamente agli imballaggi in plastica (e non ai generici manufatti in plastica), aggiunge alcune caratteristiche che il packaging deve possedere per potersi definire "biodegradabile e compostabile". Tra questi, la principale è il termine fissato in un massimo di novanta giorni per raggiungere una biodegradazione di almeno il 90%. Secondo alcuni studi, le plastiche additivate raggiungerebbero questo livello in tempi più lunghi, compresi tra 12 e 36 mesi circa.
Va per altro ricordato che ACGM non ha sanzionato Italcom perché - come hanno scritto alcuni giornali - i sacchetti non sono biodegradabili, ma in quanto - come recita la sentenza: "l’affermazione di biodegradabilità, se da un lato è ripetutamente enfatizzata (“completamente biodegradabile”), dall’altro non risulta adeguatamente qualificata; ed invero, dati i tempi lunghi per la biodegradazione del materiale plastico additivato con l’ECM, il termine “biodegradabile” è idoneo a far ritenere ai produttori di materie plastiche ed indirettamente agli acquirenti di manufatti trattati con ECM che gli stessi abbiano un impatto ambientale ridotto in ragione della completezza e rapidità della biodegradazione degli stessi".
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