Non rispettata la road map fissata dal Ministero. Gita non capitalizza la newco, nè versa l'acconto per gli stipendi. (Aggiornato)
25 marzo 2011 07:18
AGGIORNAMENTO. Il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani incontrerà la prossima settimana i commissari della società in amministrazione straordinaria Vinyls e i rappresentanti del Fondo Gita. "Il ministero - si legge in una nota - pur tenendo conto della volontà del Fondo Gita di completare la procedura di acquisizione di Vinyls, intende assumere formalmente informazioni e chiarimenti sulle cause del mancato rispetto delle scadenze concordate e valutare tutte le iniziative necessarie per favorire la corresponsione degli stipendi dovuti ai lavoratori".
Le speranze di una rapida risoluzione della crisi Vinyls Italia si stanno piano piano spegnendo, dopo i passi avanti nelle trattative tra Gita e il gruppo Eni che sembravano preludere a un salvataggio in extremis della filiera del clorosoda e PVC.
Il fondo svizzero che ha depositato l'offerta “irrevocabile” per acquisire gli assets di Vinyls Italia non avrebbe infatti ancora ricapitalizzato la società con i cento milioni di euro previsti dagli accordi, e non sarebbe stato nemmeno versato l'acconto di 700mila euro necessario a pagare gli stipendi di febbraio ai lavoratori della società italiana. Tanto è bastato per riaccedendere la protesta: alcuni operai sono tornati sulle torri del petrolchimico di Porto Torres, a cento metri di altezza, dopo lo show di mercoledì scorso, che ha visto un gruppo di lavoratori di Vinyls Italia mettersi in mutande davanti allo studio di uno dei commissari straordinari, in quel di Marghera. E se dovesse sfumare la cessione a Gita degli impianti di Porto Marghera, Ravenna e Porto Torres, ai commissari straordinari non resterebbero molte alternative.
"La vicenda Vinyls diventa sempre di più un giallo non risolto - ha commentato ieri il segretario confederale della CGIL, Vincenzo Scudiere - Da una parte i lavoratori che continuano a manifestare per avere garanzie sulle prospettive di lavoro e dall’altra l’assenza da parte dei soggetti interessati per l’avvio delle fasi esecutive del progetto industriale”. “Il perdurare di questa situazione - ha aggiunto il sindacalista - chiama in causa il governo che, pure in presenza di un lavoro con gli interlocutori giusti per rilanciare la chimica nel nostro paese, ha il dovere di verificare la consistenza finanziaria del gruppo e ricercare le soluzioni adeguate per risolvere l’impasse attuale”.
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