Oltre a Ravenna interesse anche per Porto Torres. Ma non per il PVC di Marghera.
26 marzo 2011 10:15
Lo stallo delle trattative tra il fondo svizzero Gita e Vinyls Italia, da quasi due anni in amministrazione straordinaria, riporta alla ribalta un'offerta presentata ai commissari alla fine dello scorso anno, ma finora non ancora presa nella dovuta considerazione. E' quella di Industrie Generali, società varesina attiva nel compounding e distribuzione di poliolefine e PVC in sospensione, che in passato ha prodotto direttamente cloruro di polivinile e che avrebbe alle spalle un importante gruppo chimico in grado di fornire le materie prime necessarie ai processi, senza dover dipendere dalle politiche industriali del gruppo ENI.
L'offerta, snobbata dal Ministero probabilmente perché limitata al solo sito di Ravenna, potrebbe tornare sotto i riflettori. Anche perché il CEO della società, Roberto Castiglioni rilancia e si dichiara interessato anche agli impianti di Porto Torres, ma non a quelli di Porto Marghera. In un'intervista telefonica con la redazione di Polimerica, Castiglioni ribadisce il piano industriale presentato ai commissari, che prevede l'acquisizione degli assets di Ravenna, dove con un investimento di dieci milioni di euro gli impianti potrebbero ripartire in tempi brevi, riassorbendo gli attuali addetti e, probabilmente, portando nuova occupazione. Per Porto Torres non c'è ancora un piano dettagliato, ma la società si dichiara pronta a studiare una soluzione in grado di riavviare le produzioni anche nel sito sardo.
"La nostra proposta è circoscritta, ma realistica e attuabile - afferma Castiglioni - Abbiamo le risorse finanziarie per il rilancio; abbiamo le materie prime grazie alla partnership con un importante gruppo chimico che ci ha riconfermato la sua disponibilità e, soprattutto, conosciamo bene il mercato". Per il polo veneto, invece, il discorso è diverso: "Nessuno è in grado di salvare Porto Marghera - afferma Castiglioni - Lo ha ribadito anche di recente il ministro Brunetta e, oltre tutto, per il sito veneziano sembra vi siano ormai altri progetti".
Nel piano presentato da Industrie Generali ai commissari, si ipotizza una produzione di 100-120.000 tonnellate annue di PVC, metà delle quali sarebbero trasformate in compound dalla stessa società; la parte restante sarebbe assorbita dal mercato italiano e una quota andrebbe al partner industriale coinvolto nel progetto. In questo modo si garantirebbe al sistema industriale italiano l'approvvigionamento di materie prime chimiche strategiche per lo sviluppo del paese, in uno scenario caratterizzato da shortage e volatilità dei prezzi a livello internazionale.
Castiglioni ribadisce la necessità di chiudere in fretta l'operazione: "gli impianti chimici, se non sono in marcia si degradano in fretta e quelli di Vinyls Italia sono fermi ormai da troppo tempo".
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