EDI introduce la tecnologia active microlayer per film barriera destinati all'imballaggio.
9 maggio 2011 07:12
Il costruttore statunitense di teste di estrusione Extrusion Dies Industries (EDI) ha messo a punto la tecnologia a microstrati attivi ("active microlayer") per la produzione di film barriera all'ossigeno e all'umidità in grado di aumentare la shelf-life dei packaging alimentari.
Come funziona. La tecnologia combina le funzioni di imballaggio attivo con la tecnica di estrusione a microstrati: in altre parole, la moltiplicazione degli strati viene applicata non soltanto al materiale barriera, ma anche ai componenti attivi, come assorbitori d'ossigeno ed essiccanti. “Precedenti ricerche avevano dimostrato che, dividendo e ricombinando lo strato barriera per creare diversi microstrati barriera, era possibile aumentare in modo significativo la durata di conservazione a magazzino dei contenitori retort e hot-fill, delle buste stand-up e delle confezioni sottovuoto - spiega la società -. I ricercatori del Technology Center EDI di Chippewa Falls sono andati oltre, incorporando componenti attivi negli strati esterni della barriera e sottoponendo anche questi componenti al processo di moltiplicazione degli strati”. "Dopo aver incontrato numerosi strati di componenti attivi, l'ossigeno viene largamente assorbito prima ancora di raggiungere lo strato barriera – sostiene Gary D. Oliver, responsabile della tecnologia in EDI - e lo stesso vale per l'umidità, prima che possa degradare il materiale barriera, come l'EVOH".
La moltiplicazione degli strati (LMT) consente di produrre film o foglia con un contenuto di materiale non superiore a quello di un prodotto di coestrusione convenzionale, ma con struttura composta da numerosi microstrati - anche dozzine o addirittura diverse centinaia – anziché i consueti 3-11 layers dei prodotti standard. Nella coestrusione convenzionale un feedblock riunisce in una struttura multistrato diversi materiali provenienti da due o più estrusori. Con la tecnica LMT, uno speciale dispositivo, il moltiplicatore di strati, preleva questa struttura e ne divide e ricombina gli strati, creando dei multipli della struttura multistrato originaria.
Una tipica struttura a microstrati attivi potrebbe essere una foglia di polipropilene (PP) spessa 1,25 mm. Per produrla, quattro estrusori lavorano altrettanti materiali: rivestimento esterno in PP; strato intermedio, sempre in PP, ma additivato con un componente attivo, ad esempio un assorbitore di ossigeno; adesivo o legante e, infine, uno strato barriera, tipicamente EVOH. Un primo feedblock crea una struttura a cinque strati che viene incorporata all'interno della foglia: componente attivo, adesivo, barriera, adesivo e componente attivo. A valle entra in gioco il moltiplicatore di strati messo a punto da EDI, che divide e ricombina questa struttura in modo da formare diverse ripetizioni, ad esempio quattro, ottenendo una nuova struttura a 20 microstrati. Un secondo feedblock inserisce i due strati di polipropilene che costituiscono il rivestimento esterno. Il tutto viene alimentato alla testa di estrusione che provvede a produrre la foglia nella larghezza voluta.
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